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Piste insanguinate nel week end. Cavalla abbattuta alla Giostra della Rocca, baio cade e muore al Palio di Asti

Week end di sangue sulle piste di due celebri palii, quelli di Asti e Monselice. Nel Padovano un drammatico infortunio in pista, durante le prove di sabato, ha portato dopo inutili tentativi di cure e il trasporto alla clinica veterinaria dell’Università di Legnaro, alla soppressione di Fanè, cavalla di 11 anni.

cavallo asti terraIn Piemonte, domenica, uno dei favoriti, Mamuthones, è inciampato sul canapo lasciato dal mossiere, è caduto e si è spezzato l’osso del collo. Tra polemiche accese le due manifestazioni equestri sono state sospese. Ma gli animalisti accusano e sottolineano: «Fatti come quelli di Asti e Monselice sono le ennesime prove di quanto siano pericolosi questi eventi per gli animali». E incalzano: «Si dovrebbe riflettere sulla necessità di vietare queste manifestazioni».

Sabato. Monselice. Le prove in pista sono state funestate da un incidente. Intorno alle 10.45, una cavalla della scuderia di Sulmona, ingaggiata dalla contrada di San Martino e montata dal fantino di Arezzo Enrico Giusti (che ne era anche il proprietario) è caduta in pista nell’affrontare la curva dal lato dell’ingresso. Le condizioni di Fanè, angloaraba di 11 anni, sono apparse subito preoccupanti, per la rottura della zampa anteriore sinistra. Sul posto è arrivata l’ambulanza del servizio veterinario dell’Ulss 17: i soccorritori hanno immobilizzato la gamba della cavalla con un tutor per poi caricarla sull’autoambulanza, con l’ausilio di alcune cinghie.

L’animale è stato portato alla clinica veterinaria universitaria di Legnaro. Verso le 16 Fanè è stata abbattuta: troppo complessa la frattura, che partiva dalla spalla anteriore sinistra. Parecchie migliaia di euro il suo valore: solo una settimana fa aveva vinto la Giostra della Stella a Bagno a Ripoli (Firenze). Ma incommensurabile è il valore affettivo per i suoi proprietari.

L’incidente ha sconvolto un po’ tutti e gettato un’ombra di tristezza sulla giornata. La presidente della Giostra Maristella Marigo si è addirittura sentita male ed è stata soccorsa anche dal sindaco Francesco Lunghi, accorso sul posto insieme al vicesindaco Gianni Mamprin. Al momento dell’incidente, i proprietari del cavallo hanno anche contattato in via informale i carabinieri di Monselice, riservandosi di procedere con eventuali denunce. Contesterebbero l’eventuale presenza di avvallamenti nella pista e i tempi di attesa per l’arrivo dell’ambulanza veterinaria. L’ambulanza a bordo pista è garantita il giorno della gara, come previsto dall’ordinanza Martini, ma ieri non c’era, trattandosi di prove libere. A bordo pista era comunque presente un veterinario, il dottor Virio Gemignani, peraltro fondatore della Giostra.

giostra cavalloL’incidente ha scatenato la reazione dei 100%Animalisti, che poche ore dopo hanno affisso uno striscione sul pannello della Giostra nella rotatoria di via Orti. «L’ennesima prova di quanto siano pericolosi questi eventi per gli animali» sostengono gli animalisti, che annunciano mobilitazioni per la gara di domenica prossima. Contestazioni a cui la Giostra non è certo abituata: non è mai stata nel mirino. Gli organizzatori si sono sempre fatti un vanto del rispetto del benessere animale. Vietatissimi ad esempio frustini e speroni: tanto che nell’edizione 2010 fece scandalo lo sperone di nastro isolante usato da un fantino. In serata, Associazione Giostra e amministrazione comunale hanno emanato una nota congiunta esprimendo rammarico per l’incidente avvenuto e ricordando che il rinvio della quintana era già previsto in caso di meteo infausto.

Domenica. Asti

Mamuthones era un baio dal manto scuro che il fantino Jonathan Bartoletti, detto Scompiglio, pistoiese d’origine ma ingaggiato dalla contrada di Santa Maria Nuova di Asti per il Palio di ieri, aveva allenato senza sosta per diverse settimane. Mamuthones era uno dei favoriti per la vittoria e Bartoletti, due trofei alle spalle, ne era un degno fantino. Ma alla partenza della prima batteria, Mamuthones è inciampato sul canapo lasciato dal mossiere, è caduto e si è spezzato l’osso del collo. Palio sospeso mentre un gruppo di animalisti che da giorni manifestano ad Asti contro il «Palio che uccide i cavalli, ne sono morti 12», occupava la pista di piazza Alfieri e la loro protesta si confondeva, sia pur con motivazione diverse, con quella dei contradaioli. Chi ad accusare il mossiere Renato Bricolotti, chi il fantino, rimasto contuso nell’incidente, e chi a maledire una manifestazione «barbara».

Poco dopo le 17 di ieri Mamuthones veniva coperto da un telo celeste e poi caricato su un doppio van per il trasporto dei cavalli. Una trentina di animalisti che fino a quel momento erano stati tenuti a bada da un cordone di poliziotti e di agenti della municipale, facevano sentire le loro voci: «Per questa corsa i cavalli vengono sottoposti a sforzi che non potrebbero sopportare se non fossero drogati». E per droga gli animalisti intendono terapie farmaceutiche particolarmente potenti e dolorose per i purosangue. Infiltrazioni alle articolazioni, flebo che non solo potenzierebbero il tono della muscolatura, ma che renderebbero i purosangue più reattivi, «eccessivamente reattivi». Poi gli animalisti aggiungono e accusano: «Questi “cocktail” sono vietati, ma i controlli veterinari sono blandi». La Lega Anti Vivisezione annuncia una denuncia: «Sono solo i cavalli — si legge in un comunicato diffuso ieri — a pagare con la vita per spettacoli anacronistici e violenti, che devono essere aboliti». L’ex ministro del Turismo Michela Brambilla, nota per il suo impegno in difesa degli animali, ha ricordato: «Dopo Scheggia nel vento, ferita durante le prove della Quintana di Foligno e dopo la morte nel box di Roving Celt, si dovrebbe riflettere sulla necessità di vietare queste manifestazioni». Poi ci sono le accuse dei contradaioli: «Il mossiere ha lasciato il canapo quando i cavalli ancora non erano pronti»; «Il fantino ha lanciato Mamuthones troppo presto».

Tecnicismi difficili da comprendere per chi il Palio non lo vive come il momento più importante dell’anno. Ieri la piazza era gremita dai supporter di 21 rioni: contrade cittadine, piccoli comuni della provincia, 50 mila persone affollavano piazza Alfieri. Una città che ogni anno accetta anche gli screzi tra contrade, le dichiarazioni di «guerra», le rivalità accese. La notte scorsa qualcuno ha lasciato, come sberleffo verso la contrada antagonista più odiata, 500 chili di letame in una via della città. Tutto questo «fa parte di una tradizione in onore di San Secondo che si rinnova dal XII secolo». Palio sospeso, ma, come ha fatto intendere il sindaco Fabrizio Brignolo, tempo permettendo, già oggi la corsa potrebbe riprendere.

16 settembre 2013 

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