Per il 2015 e il 2016 si prevede una ulteriore crescita della produzione di carne di pollo nell’UE, dato che il settore continua a beneficiare di una riduzione dei costi dell’alimentazione e di un modesto incremento della domanda interna. Inoltre il settore potrebbe rafforzare il segno positivo della sua bilancia commerciale grazie a importazioni stagnanti e a un’impennata delle esportazioni. Sono i dati forniti dal Servizio agricolo estero del Dipartimento agricolo degli Stati Uniti (FAS-USDA).
Si prevede che quest’anno la produzione di carne di pollo tenderà ad aumentare nella maggior parte degli Stati membri dell’UE, in particolare in Polonia, che sta per diventare il più grande produttore di carne di pollo del blocco.
Il calo significativo dei prezzi dei cereali che si registra dal 2014 ha aumentato la competitività della carne di pollo e i margini operativi, anche se i prezzi al dettaglio sono diminuiti. Questa tendenza dovrebbe continuare sia nel 2015 che nel 2016.
Riguardo i prezzi, studi recenti indicano differenze significative tra diversi Stati membri: in Francia la carne di pollo costa in media 0,2 euro (o il 13%) in più rispetto a Paesi Bassi e Germania. La differenza è addirittura maggiore rispetto ai prodotti polacchi. Il FAS dice che questa situazione spiega la contrazione della quota francese rispetto alla produzione totale comunitaria di carne di pollo. Ciò spiega anche perché stanno aumentando bruscamente le esportazioni di carne di pollo polacche verso gli altri Stati Membri, anche a scapito dei prodotti brasiliani.
Sempre nel 2015 si prevede che le esportazioni di carne di pollo della UE-28 aumenteranno, nonostante l’embargo russo imposto nel mese di agosto 2014 e l’aumento delle tariffe sudafricane sulle importazioni provenienti da alcuni Stati membri dell’UE.
Le esportazioni di tagli a basso prezzo e della carne meccanicamente disossata (MDM) in Africa sub-sahariana e in Asia (come Filippine e Malesia) sono in piena espansione, grazie ai minori costi di produzione, legati a una riduzione dei prezzi mondiali di grano, che aumenta la competitività economica dei prezzi dei polli da carne.
Le esportazioni UE-28 dei tagli congelati verso Hong Kong e Cina sono diminuite nel 2014 e dovrebbero diminuire nel 2015, a causa della concorrenza di altri paesi, principalmente Thailandia e Brasile. Nonostante questa battuta d’arresto, secondo il Servizio la crescita complessiva delle esportazioni è destinata a continuare anche nel 2016. Al contrario, le importazioni dovrebbero rimanere pressoché invariate sia quest’anno che il prossimo. Brasile e Thailandia rimarranno i maggiori fornitori di carne di pollo per l’UE-28, e l’Ucraina diventerà il terzo fornitore, dopo la concessione da parte della Ue di un contingente tariffario per la carne di pollo. Si prevede che nel 2015 l’UE-28 potrebbe importare dall’Ucraina fino a 20.000 tonnellate di carne di pollo, acquisti spinti grazie alla competitività della carne ucraina (bassi costi dei mangimi e del lavoro, oltre alla svalutazione della moneta locale). Il prodotto ucraino è in gran parte destinata agli impianti di lavorazione della carne olandesi e tedeschi, per la produzione di salsicce e prodotti deli.
Per quanto riguarda la domanda all’interno dell’UE, secondo il FAS il consumo totale di carne nell’UE-28 è stato influenzato negativamente dalla crisi economica, ma le carni di pollame, essendo più economiche, sono state meno colpite. Il consumo pro capite di carne di pollo è stabile o in lieve aumento. Nell’UE-28, le vendite di tagli da carne più economici aumenteranno più velocemente delle vendite delle parti più costose, come petto e polli interi.
Fonte Efsa – 29 settembre 2015