di Carlo Mion Il primario Sandro Bordin per la Guardia di Finanza che lo ha indagato lo scorso anno, con l’accusa di truffa e abbandono del posto di lavoro, deve pagare centomila euro di anni all’erario. Per i militari delle Fiamme gialle coordinate dal pm Stefano Buccini, è il corrispettivo del danno che ha recato alle casse dell’Asl 12 non rimanendo presente al suo posto di lavoro come primario di otorinolaringoiatria all’ospedale civile, ma recandosi in una clinica privata di Vicenza.
Sandro Bordin, primario di Otorinolaringoiatria e responsabile dell’area chirurgica dell’ospedale Civile di Venezia è stato indagato per truffa e assenteismo nel maggio dello scorso anno. Il 29 di quel mese la Guardia di Finanza ha perquisito la sua abitazione, lo studio all’ospedale civile e quello in una struttura di Vicenza dove prestava servizio in forma privata. È tra i più noti primari dell’ospedale civile e già in passato era finito in inchieste della magistratura. In entrambe le inchieste l’indagine era partita dalla Procura di Vicenza. Nel primo caso l’indagine riguardava il lavoro di medico, la seconda una nomina collegata all’attività di politico iscritto a Forza Italia, di cui è stato coordinatore a Vicenza, sua città natale. E in entrambi i casi era stato quindi prosciolto. La nuova inchiesta veneziana nasce da una segnalazione arrivata al Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria. Una segnalazione dettagliata anche se anonima, nella quale veniva spiegato come il medico mentre compariva in servizio all’ospedale civile in realtà faceva visite a pagamento in una struttura privata di Vicenza. I finanzieri non si sono basati di certo solo sulla lettera anche se dettagliata, e hanno cercato di verificare se quanto raccontato era vero. Per diversi mesi hanno seguito il noto medico nei suoi spostamenti e verificato la sua presenza in ospedale nel centro privato in provincia di Vicenza. Il primario è stato filmato e fotografato e stando all’accusa, mentre secondo quanto dichiarava era all’ospedale nel reparto che dirige, in realtà faceva visite private a Vicenza. Oltre ad essere pedinato, filmato il medico è stato intercettato. Iscritto nel registro degli indagati per truffa e assenteismo sono poi scattate le perquisizioni nell’abitazione, nei due studi dove prestava servizio all’ospedale civile e in quello privato a Vicenza. È stato sequestrato parecchio materiale. Documenti, sia cartacei che digitali, che hanno fornito conferme al fatto che il medico fosse presente contemporaneamente a Vicenza e in centro storico. Tutto il materiale è stato controllato dagli inquirenti delle fiamme gialle e dal pm e alla fine è arrivata la richiesta dei danni erariali. Su questa richiesta ora dovrà esprimersi la Corte dei Conti. La prima inchiesta che lo aveva toccato riguardava la fornitura di protesi acustiche prodotte da una ditta padovana, accusata di pagare mazzette a noti specialisti perché le utilizzassero nei loro interventi. Vicenda del 2004, da cui uscì prosciolto quasi subito. La seconda inchiesta che lo ha visto indagato riguarda il suo ruolo politico. Come rappresentante di FI a Vicenza è stato nominato nel consiglio di amministrazione di “Aim Bonifiche”, società pubblica che nel 2008 venne accusata di avere acquistato una società che non aveva futuro sprecando 5 milioni di euro. Lo scorso anno Bordin è stato prosciolto anche in questa inchiesta.
Svolgeva la professione anche al Lido e Vicenza
Ci sono almeno una decina di giorni del 2011 in cui il primario Sandro Bordin era presente in ospedale, al Santi Giovanni e Paolo, e contemporaneamente alla Fisiomed di Vicenza e al San Camillo degli Alberoni: gli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria non hanno dubbi su questo, c’è il cellulare a tradire il noto medico, promosso direttore del Dipartimento chirurgico del nosocomio veneziano dall’ex direttore dell’Asl 12 Antonio Padoan. In quei dieci giorni, infatti, Bordin risulta presente durante la mattina in ospedale e contemporaneamente c’è il suo telefonino che funziona a Vicenza o al Lido, a dimostrarlo ci sono i tabulati telefonici acquisiti dal pubblico ministero Stefano Buccini. Tra l’altro, il primario da tempo aveva scelto di prestare la sua opera soltanto all’interno della struttura pubblica e non può, quindi, prestare la sua opera in strutture private o svolgere la libera professione. «Lavoro da anni in quelle strutture sulla base di una convenzione dell’Asl 12», aveva spiegato ai giornalisti a parziale giustificazione Bordin, in realtà da almeno due anni Fisiomed e San Camillo non sarebbero più convenzionate. Il medico si è difeso sostenendo che c’è più di qualcuno che lo odia e che sarebbe pronto a organizzare un tranello per metterlo in difficoltà, come ad esempio entrare nel suo computer in ospedale e modificare, aggiungere, tutto questo per metterlo in difficoltà. Ma per entrare nel suo computer ci vuole una password che soltanto lui possiede, a meno che non abbia deciso di averla rivelata a colleghi, segretarie e infermieri, che così possono penetrare nella sua posta quotidianamente. I contratti dell’Asl 12 per i primari prevedono tra le altre clausole che anche i primari segnalino le loro presenze ed assenze, questo soprattutto per l’organizzazione del lavoro e che lo facciano via computer. Su questa base, grazie all’anonimo che ha segnalato alla Procura, si è scoperto il presunto assenteismo di Bordin.
La Nuova Venezia – 3 febbraio 2014