Dopo l’inchiesta della corte dei conti sul «cervellone». Bond: «E’ troppo, serve un rimpasto»
VENEZIA — Fedele al motto «male non fare, paura non avere» il governatore Luca Zaia assicura la massima collaborazione alla Corte dei conti, che ha deciso di posare la sua lente sulla Protezione civile del Veneto aprendo un’indagine sul progetto «RFid» da 950 mila euro voluto dalla Regione e mai partito, oltre che su un giro di consulenze affidate ad un funzionario di Palazzo Balbi e sulla nomina del nuovo responsabile del centro bellunese, Gianfranco Mio. «E’ una vicenda che si perde nella notte dei tempi e che, ne sono sicuro, si risolverà nel migliore dei modi – commenta Zaia -. In ogni caso, come sempre, i nostri uffici sono pronti a trasmettere alla Corte dei conti tutta la documentazione che riterrà necessaria, affinché faccia chiarezza. Abbiamo la massima fiducia nella magistratura». Anche se non dovesse avere conseguenze sul piano giudiziario, il caso rischia però di averne (e di serie) sotto il profilo politico, perché Pd e Pdl sembrano determinati a porre un freno alla ridda di notizie e indiscrezioni che da tempo ammorbano le tute giallo fluo, se necessario chiedendo a Zaia di prendere provvedimenti nei confronti dell’assessore di reparto, Daniele Stival.
Il primo ad affondare la lama, è il vice presidente della commissione Ambiente (che ha competenza anche in materia di Protezione civile) Stefano Fracasso (Pd): «Con grande disappunto devo rilevare che sui nostri volontari piovono tegole una settimana sì ed un’altra anche. Prima la faccenda del tricolore sulle divise, poi la creazione del corpo regionale alle dirette dipendenze di Stival, quindi la vicenda dei soldi mai arrivati alle popolazioni colpite dalle catastrofi (Stival, peraltro, annuncia di essere riuscito a sbloccare quelli destinati ai terremotati dell’Abruzzo, 65 mila euro, ndr.), per non dire dei veleni continui, degli esposti anonimi, delle richieste massicce di trasferimento dei dipendenti. Penso sia giunta l’ora di mettere mano al settore, serve trasparenza». Fracasso, in particolare, denuncia «il tentativo sistematico di soffocare la rete territoriale, fatta di tanti piccoli gruppi di volontari nelle diverse province, con un corpo regionale, una sovrastruttura di cui non si capisce l’utilità visto che il corpo veneto, così com’è sempre stato organizzato, rappresenta un fiore all’occhiello della nostra regione».
Opposizione e maggioranza, come di diceva, sul tema incontrano inaspettate convergenze: «Sono molto preoccupato anch’io – sbotta infatti il capogruppo azzurro Dario Bond -. Nel mio girare l’Italia, in particolare con i colleghi consiglieri del Nord, ho più volte incontrato volontari che mi hanno chiesto cosa diamine sta accadendo alla nostra Protezione civile: “Eravate un modello per tutti noi, ora vi state perdendo per strada”». Bond, che con il vice Piergiorgio Cortelazzo è stato tra i primi a denunciare il caso del tricolore sulle divise e ad attaccare l’ipotesi di istituire il gruppo regionale, ammette che «non tutte le colpe possono essere fatte ricadere su Stival, perché molte responsabilità riguardano la struttura» e però questo non gli impedisce di sganciare comunque una bomba all’indirizzo dell’assessore: «Penso che vista la situazione, sia il caso di avviare in giunta un rimpasto delle deleghe, togliendo a Stival quella sulla protezione civile per affidarla a qualche collega. A questo punto, è l’unico modo per riportare un po’ di serenità all’interno del gruppo dei volontari».
Il Corriere del Veneto – 14 settembre 2012