Sulla questione delle quote latte «serve una commissione d’inchiesta del Parlamento». Lo ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. «È una vecchia questione che adesso fino in fondo chiariamo – ha detto su Sky Tg 24 – e ne chiariamo le responsabilità».
Martina ha puntato il dito sulle «pesantissime responsabilità politiche della Lega in una vicenda che è costata ai cittadini italiani quattro miliardi e mezzo, 75 euro a cittadino per la mancata riscossione delle multe». Domani il ministro sarà a Bruxelles per il Consiglio dei ministri Ue dell’agricoltura. I lavori saranno concentrati sulla riforma dell’agricoltura biologica, sul settore lattiero-caseario e sull’attuazione e semplificazione della Politica agricola comune.
Rischio nuove multe
Secondo un’analisi di Coldiretti nell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte, che terminerà il 31 marzo 2015, c’è il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani.
Multe in Francia per 193 milioni
Il Consiglio dei ministri agricoli dell’Unione europea ha all’ordine del giorno anche l’andamento del mercato del latte. Nel mese di marzo comportamenti scorretti nel pagamento del latte agli allevatori hanno portato prima in Spagna e poi in Francia alla condanna da parte dell’Antitrust delle principali industrie lattiero casearie, molte delle quali «operano – scrive Coldiretti – anche sul territorio nazionale dove invece c’è un “silenzio assordante” da parte dell’Autorità Garante delle Concorrenza e del mercato». In Francia l’Antitrust il 12 marzo ha multato per 193 milioni di euro undici industrie lattiero casearie tra le quali Lactalis, Laita, Senagral e Andros’s Novandie per pratiche anticoncorrenziali dopo che il 5 marzo scorso – sottolinea la Coldiretti – era intervenuto anche l’Antitrust iberico che aveva annunciato multe per un totale di 88 milioni di euro a gruppi come Danone (23,2 milioni), Corporation Alimentaria (21,8 milioni), Grupo Lactalis Iberica (11,6 milioni). Secondo Coldiretti anche in Italia esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato, dalla quale gli allevatori dipendono. I prezzi praticati dagli intermediari della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori – precisa Coldiretti – manifestano ormai evidenti segni di difficoltà perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione.
Un esposto per far luce sugli abusi
Coldiretti e Codacons hanno chiesto con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato.
La produzione è aumentata del 3,24%
Alle difficoltà determinate dai bassi prezzi corrisposti agli allevatori si aggiunge – riferisce la Coldiretti – il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe sulla base dell’ultimo aggiornamento dei dati Agea dai quali si evidenzia un aumento della produzione del 3,24 per cento rispetto allo scorso anno, con un incremento in valori assoluti di 2,561 milioni di quintali, sulla base dei primi nove mesi della campagna relativa al periodo che va dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2015. Per Coldiretti si preannuncia, dunque, il primo splafonamento dopo l’introduzione della legge 33/2009 che prevede la possibilità di compensazione solo agli allevamenti di montagna e delle zone svantaggiate, a quegli che non hanno superato il livello produttivo 2007-2008 e ultimi, in ordine prioritario, a quegli allevamenti che producono entro e non oltre il 6 per cento della quota loro assegnata. Un provvedimento sostenuto da Coldiretti permette ora di rateizzare le multe di quest’anno a carico dei loro allevatori per un massimo di tre anni e senza interessi ma occorre individuare soluzioni a livello nazionale che permettano un atterraggio morbido nell’uscita da un regime che ha condizionato il settore per decenni.
La questione è iniziata 30 anni fa
La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni fa nel 1984 con l’assegnazione a ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza dei 36mila allevatori di mettersi in regola acquistando o affittando quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Solo una sparuta minoranza è responsabile delle pesanti pendenze con l’Unione europea.
Il Sole 24 Ore – 16 marzo 2015