Meglio posizionati i capoluoghi di dimensioni ridotte Al Sud buone performance su inquinamento e rifiuti. La ricetta per il rilancio delle città esiste da tempo, completa di lista degli ingredienti: diffusione della mobilità alternativa, potenziamento dei mezzi pubblici, corretto ciclo dei rifiuti, interventi sul patrimonio immobiliare in un’ottica di recupero e di efficientamento, gestione oculata delle risorse idriche ed energetiche, sprint alla digitalizzazione, spazio al verde.
Insomma città più smart e a misura d’uomo. Quanta strada si fa in questa direzione lo monitora ogni anno il rapporto Ecosistema urbano realizzato da Legambiente e Ambiente Italia: la ricerca prende in considerazione una ventina di parametri (di cui i principali pubblicati nelle tre pagine seguenti) riconducibili a settori quali aria, acqua, rifiuti, energia, mobilità e mette a confronto i 104 Comuni capoluogo di provincia, arrivando a una classifica finale. Ebbene questa edizione della ricerca (la 22ª) ci dice che i progressi sono ancora limitati: non cambiano infatti né il gruppetto di testa né quello di coda ed è lontano il raggiungimento di un punteggio vicino al 100% (quello attribuibile a una città totalmente ecosostenibile). Nei singoli indicatori infine gli avanzamenti sono appena percettibili.
Fra le città più virtuose ancora una volta spiccano Verbania, Trento, Belluno, Bolzano. Ma tutta la top ten è caratterizzata da città di piccole o medie dimensioni, prevalentemente del Nord (salvo Macerata e Oristano) e montane. Ultime, nella classifica di Legambiente, le rappresentanti del Mezzogiorno, in particolare siciliane (Messina, Agrigento e Palermo) e calabresi. Per quanto riguarda le grandi solo Venezia – avvantaggiata dall’assenza di traffico auto – riesce a spingersi nella top ten. Milano sale rispetto alla precedente edizione (dal 62° al 51° posto) ma si deve accontentare della prima parte della classifica (così come Bologna), mentre Roma e Torino si collocano sotto l’80° gradino, dopo Genova (58ª) e Bari (66ª), ma prima di Napoli e Palermo (90ª e 102ª).
In ogni caso, la prima classificata ottiene un punteggio pari a 82,75, lontano dai pieni voti. Anche le realtà meglio posizionate collezionano infatti qualche insufficienza: ad esempio Verbania ha una bassa offerta di trasporto pubblico, Belluno ha un alto tasso di motorizzazione, Trento destina poco spazio ai pedoni. Nel gruppetto di coda, invece, non ci sono solo bocciature: ad esempio Messina e Vibo Valentia hanno una bassa produzione di rifiuti, Catania e Palermo stanno “bene” in quanto a ozono.
In un quadro di generale staticità, qualche passo avanti comunque si rileva. Ad esempio sul fronte degli inquinanti, con un calo dei Comuni che hanno sforato i limiti. È rimasto stabile, inoltre, il parco auto e moto, benché il tasso di motorizzazione sia il doppio rispetto a quello di altre capitali europee; la raccolta differenziata è in crescita (media 44%), pur al di sotto degli obiettivi europei (il 65% già nel 2012) e comunque a fronte di una crescita della produzione di scarti.
Condizioni meteo (l’estate 2014 è stata particolarmente piovosa) e ultimi strascichi della crisi (meno acquisti d’auto, circolazione e consumi comunque contenuti) hanno senz’altro giovato all’ecosistema urbano nel suo complesso. Ora il cantiere della qualità urbana resta in attesa di interventi decisivi da parte delle amministrazioni locali.
Rossella Cadeo – Il Sole 24 Ore – 26 ottobre 2015