Lo scontro. Rebus sottosegretari, sette giorni per le nomine. Oggi il Cdm, braccio di ferro sulle Comunicazioni. Bossi: governo fuori di testa. Il premier si sospende dalla Bocconi e lascia anche l’incarico in Goldman Sachs
E rimasto a lungo ieri sera nel “fortino” di Palazzo Giustiniani, Mario Monti. Segno che i contatti con Alfano, Bersani e Casini, la valutazione dei “pro” e dei “contro” sulle misure anti-crisi e per completare la squadra di governo con vice ministri e sottosegretari, è in corso. Ma oggi il consiglio dei ministri non vareràle nuovenomine, nonostante i partiti premano e lo stesso premier abbia tutto l’interesse a vedere pienamente in funzione l’esecutivo. Il Professore fa sapere di non avere ancora approfondito il “dossier sottosegretari”. Perciò i tempi si allungano, tutto potrebbe verosimilmente slittare di una settimana, a venerdì prossimo. L’incastro è complicato, tenuto conto che il Pdl chiede siano tutti tecnici e Monti abbia finora ammesso eccezioni per il ministero di Giarda, i Rapporti con il Parlamento, dove ci vogliono persone con esperienza politica. Qui i nomi che circolano con insistenza sono Francesco D’Onofrio, ex senatore Udc, che fu ministro dell’Istruzione; Giampaolo D’Andrea, ex sottosegretario di Prodi; Fulvio Martusciello del Pdl. Il pressing dei partiti mira a evitare rigidità e ad avere almeno 25 sottosegretari più 5 (o 8) vice ministri. «Un errore che si sia in alto mare, occorre stringere», era il commento nel Transatlantico di Montecitorio. Nella squadra dei vice di Profumo all’Istruzione, i due nomi più gettonati sono Alessandro Schiesaro, amico savonese del ministro, vicino al Pd, e Gianni Bocchieri, dirigente della Gelmini. In realtà si è parlato anche di Giuseppe Cosentino, ora a capo dell’Invalsi, che però avrebbe rifiutato, e di Anna Maria Poggi vice rettore dell’università di Torino. Torna in ballo l’attuale Garante per la privacy, Francesco Pizzetti alla presidenza del Consiglio, mentre il braccio di ferro continua sul vice ministro delle Comunicazioni, dove Berlusconi vorrebbe Roberto Viola segretario generale Agcom e i Democratici Nicola D’Angelo. Delicata è la partita in corso per i vice di Renato Balduzzi, alla Sanità. Il Vaticano vedrebbe di buon occhio Giuseppe Profiti, direttore del Bambin Gesù, mediatore tra SanRaffaele e lor. L’elenco dei” papabili” è comunque lungo e va da Luigi Frati, rettore della Sapienza, a Enrico Graci, presidente dell’Istituto superiore di sanità, a Vasco Giannotti, ex Ds e Enzo Paolini alla guida dell’associazione della sanità privata. Anche Cristina De Luca, sottosegretario di Prodi, è nella rosa sponsorizzata da Rutelli. Crescono le quotazioni di Tullio Fanelli, dell’Authority per l’Energia. I Radicali sul loro sito indicano in modo trasparente Luigi Finelli, vice comandante dei nuclei speciali dei Carabinieri. Di Pietro fa sapere di essere fuori «dalla logica di spartizione e lottizzazione delle cariche politiche». All’attacco Bossi sulla Padania: «Questo è un governo fuori di testa. L’esecutivo sta sconfinando: vogliono fare gli scalatori e hanno visto la monta-gna solo in cartolina». Monti non bada alle polemiche: ieri intanto si è autosospeso da presidente dell’università Bocconi, ha lasciato anche la presidenza della Trilateral commission, non è più advisor internazionale di Goldman e Sachs né in Bilderberg.
Repubblica di venerdì 25 novembre 2011