di Filippo Tosatto. Tre candidati alla successione di Remo Sernagiotto, che, eletto al Parlamento europeo nelle fila di Forza Italia, ha lasciato vacante la poltrona dei Servizi sociali in Regione. Una delega «pesante», che vale oltre 700 milioni in termini di spesa annuale e garantisce l’accesso al vasto arcipelago del welfare assistenziale.
Una miniera di consensì, sì, come dimostra l’inatteso exploit dell’uscente (22 mila preferenze che gli hanno consentito di superare i più quotati rivali interni) e il tesoretto elettorale accumulato dai predecessori Stefano Valdegamberi e Antonio De Poli. Tant’è. In vista della nomina, in mattinata, lo speaker forzista Leonardo Padrin ha incontrato il governatore Luca a Palazzo Balbi. Mezz’ora di colloquio a porte chiuse, lontano da orecchie indiscrete. Seguito da uno stringato comunicato azzurro da cui si apprende che «Il capogruppo di Forza Italia ha avuto mandato di presentare a Zaia una rosa di candidature forti sul piano della competenza ma che, allo stesso tempo, indichino novità e rinnovamento». Che è successo davvero? Anzitutto Zaia ha riconosciuto l’esigenza di «rappresentanza» in giunta espressa da Padrin, cioè la facoltà di designare il nuovo assessore. Circostanza non del tutto scontata perché nei giorni scorsi, sollecitato dai giornalisti, il governatore era apparso sibillino e, forse per punzecchiare l’alleato, non aveva escluso in toto la possibilità di avocare a sé la delega. Detto ciò, Zaia ha chiesto al forzista non un nominativo secco ma una rosa di candidati, così da esercitare il diritto di valutazione che lo statuto regionale gli attribuisce. La circostanza non ha colto di sorpresa l’interlocutore. Neanche il tempo di lisciarsi la barba mandarina e Padrin ha snocciolato al leghista tre opzioni. La prima, scontata, riguarda il giovane consigliere veronese Davide Bendinelli, indicato all’unanimità dal gruppo e favorito nella corsa; le altre (mantenute riservato) alludono a due amministratori esterni al Consiglio regionale, definiti «capaci» dal manovriero capogruppo. Zaia ne ha preso atto, impegnandosi a valutare i curricula e a sciogliere la riserva in tempi brevi, magari entro una settimana. Trepida attesa per Bendinelli; una mail anonima inviata ai giornali gli attribuisce intemperanze ai seggi elettorali di Garda accompagnate da un appello pressante («Votate Sernagiotto così io divento assessore») che l’interessato smentisce con sdegno. Spettatore rilassato, invece, Remo «coperton» Sernagiotto: «Al mio successore consiglio di proseguire con le riforme sfidando le resistenze conservatrici e corporative di certe associazioni. Io l’ho fatto e il popolo del volontariato mi ha premiato».
Il Mattino di Padova – 1 giugno 2014