“Inaccettabile per gli allevatori il Decreto ministeriale recante modalità per la regolazione dell’offerta dei prosciutti Dop o Igp, appena siglato. Le scelte devono essere prima condivise e decise con la parte agricola” – è questo il duro commento di Confagricoltura e Cia in merito al decreto ministeriale recante modalità per la regolazione dell’offerta dei prosciutti Dop o Igp firmato dal ministro Martina l’11 novembre scorso – ma reso pubblico ieri – e predisposto senza previa consultazione e condivisione con il mondo agricolo.
“E’ ridicolo – rimarcano le due organizzazioni agricole regionali – voler operare nell’ambito della filiera e poi costruire un percorso di programmazione dei prosciutti, passaggio decisivo per l’economia e il sostentamento della filiera stessa, che non preveda il coinvolgimento attivo degli allevatori ma solo una semplice consultazione”. “Auspichiamo che il Ministero riveda subito i contenuti del decreto e convochi in tempi rapidi un tavolo che includa anche la partecipazione delle Regioni – soggetti spesso richiamati a compiti di controllo senza essere stati precedentemente coinvolti nella fase decisionale – per lavorare sulla definizione di un reale procedimento di programmazione dell’offerta dei prosciutti assieme alle parti interessate”. “L’assenza di un riscontro del Governo alle istanze provenienti dagli allevatori – concludono Confagricoltura e Cia dell’Emilia Romagna – non farebbe altro che accentuare quel distacco, in termini di mancanza di tutele e rappresentanza, che sempre più si avverte tra il Ministero dell’Agricoltura e le aziende zootecniche”.
Fava. Sono molto deluso e fortemente preoccupato per l’atteggiamento del ministero delle Politiche agricole, che ha emanato un decreto sulla regolazione dell’offerta di prosciutti Dop e Igp, escludendo le Regioni e i suinicoltori da ogni coinvolgimento, arrecando un pregiudizio di così ampia portata da risultare difficile da digerire”. L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, si scaglia contro un provvedimento ministeriale “che va contro il buon senso e che calpesta le prerogative delle Regioni e il ruolo degli allevatori, sul quale il Mipaaf è opportuno faccia marcia indietro”.
PIANIFICAZIONE NECESSARIA – Il decreto ministeriale 11 novembre 2014, n. 6349, relativo alla cosiddetta programmazione produttiva, è stato pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole. “Di per sé il provvedimento va nella direzione giusta – specifica Fava – perché la suinicoltura nazionale, che alleva nella Macroregione agricola del Nord quasi il 90% dei suini destinati alle grandi produzioni Dop come il Prosciutto di Parma, quello di Modena, di San Daniele, Berico-Euganeo, necessita di una pianificazione di filiera che assicuri la giusta remuneratività a tutti i soggetti coinvolti”.
DECISIONE CALATA DALL’ALTO – “Ma non si può subire un decreto calato dall’alto – prosegue Fava – con un percorso di regolazione dell’offerta pressoché esclusivamente in mano agli stagionatori, senza tenere in minima considerazione la posizione degli allevatori, relegati a un mero ruolo consultivo, per giunta non vincolante”. In parallelo, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Fava stigmatizza senza mezzi termini “l’atteggiamento del governo nei confronti delle Regioni, considerati a questo punto un ostacolo alle mire di sovranità indiscussa e senza interlocuzione dell’esecutivo”.
MIPAAF RITIRI PROVVEDIMENTO – Una decisione “gravissima, anche perché alle Regioni sono demandati compiti istruttori nella programmazione produttiva – ricorda Fava – come ad esempio il ricevimento della domanda e l’accertamento della completezza amministrativa dell’istanza presentata, della sussistenza e della conformità dei requisiti del soggetto legittimato e delle adesioni all’accordo preventivo”. L’auspicio dell’assessore Fava è che “il provvedimento venga ritirato e discusso collegialmente da tutti i soggetti interessati, perché se si vuole orientare la suinicoltura verso una filiera verticale, in grado di tutelare la redditività di ogni anello della catena, non si può agire ignorando le istituzioni e gli allevatori”. “Credo – conclude Fava – che la serietà del ministro Martina alla fine prevarrà su una struttura come quella ministeriale, che troppo spesso ci ha abituato a repentine accelerazioni di questo tipo”.
16 novembre 2014