Guerra a colpi di sms fra i sostenitori dei due. Il sindaco di Verona: «Gentilini? Se Treviso lo sceglie sarà lui il candidato»
TREVISO – «Alle polemiche interne rispondo all’interno del partito, ai cittadini non interessano le nostre baruffe. Ci sono i luoghi deputati per parlare con tutti i militanti, compreso Zaia». Flavio Tosi non accetta il guanto di sfida. Il governatore ieri dalle colonne del Gazzettino lo ha accusato di aver spaccato la Lega, di averne provocato «la cancrena», lo ha messo mette sul banco degli imputati dopo il disastroso esito delle politiche. Ma lui decide di non replicare, almeno non direttamente. Siccome la guerra in corso tra i due è ormai alla luce del sole, un po’ di pepe però lo aggiunge e lo fa durante la trasmissione X News di Antenna Tre.
«Se Zaia rischia qualche provvedimento per le sue affermazioni? Ha una credibilità e un consenso tali da non poter essere messo in discussione – puntualizza Tosi – ma ognuno ha il suo modo di fare. Io penso che sia meglio lavorare per il movimento che perdere tempo con le polemiche sui giornali». E l’argomento Zaia finisce qui, almeno ufficialmente.
Ma la guerriglia tra i sostenitori dei due uomini simbolo del Carroccio veneto continua e senza esclusione di colpi. Da ieri circolano decine di sms di militanti che sposano la causa dell’uno o dell’altro: il duello però più che appassionare, preoccupa. Non Tosi però, che non teme più di tanto l’effetto emulazione e che, quindi, altri possano prendere coraggio dopo le parole del governatore e uscire allo scoperto contro di lui: «Se qualcuno vuole uscire in questo modo è liberissimo di farlo – assicura – ma non penso che ai cittadini interessino queste cose. Ma se c’è chi vuole perdere tempo così, lo faccia pure».
Inevitabile poi parlare di Grillo: «La sua vittoria ha sorpreso come dimensioni, veniva dato attorno al 15-20% invece è andato oltre. Ora però deve mantenere le promesse». A mettere di buon umore Tosi è invece la conquista della Lombardia, che lenisce un po’ il disastro elettorale in Veneto: «Alleandoci con Berlusconi sapevamo che avremmo pagato dazio, soprattutto qui da noi – ammette – se fossimo andati da soli avremmo sicuramente preso più voti. Non è stato facile da spiegare il perché di questa alleanza: a noi interessava la Lombardia, a Berlusconi interessava fermare Bersani. Adesso, ma dopo la vittoria di Maroni, posso dire che ne valeva la pena. Con il progetto di macroregione abbiamo parecchie cose da dire ai cittadini».
Il successo in Lombardia getta sul piatto anche un’altra questione spinosa: le annunciate dimissioni di Maroni dall’incarico di segretario federale. E non a caso proprio ieri il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo ha rilanciato un suo vecchio pallino: Luca Zaia al posto di Maroni. Tosi però la pensa diversamente: «Secondo me Maroni dovrebbe mantenere l’incarico di segretario. È l’intero movimento che glielo chiede. Del resto è diventato segretario solo a luglio scorso e, dopo tutto quello che abbiamo passato, la Lega ha bisogno di un periodo di calma e assestamento. Maroni segretario sarebbe nell’interesse del movimento. Zaia al suo posto? Ribadisco che sarebbe meglio se rimanesse Maroni».
Sulle polemiche riguardanti le liste per le politiche scivola via veloce: «Rifarei le stesse scelte», sentenzia. Poi precisa il suo progetto “Balena Verde”: «Mai parlato di un nuovo movimento politico, ho solo detto che la Lega si deve evolvere per conquistare anche chi la pensa come noi ma non vota il nostro simbolo».
Ritorna prudente quando ci si inoltra su terreni delicati come le amministrative di Treviso. Giancarlo Gentilini, candidato sindaco scelto a dicembre, adesso viene messo in discussione: «Deciderà la segreteria provinciale. Gentilini ha un grande consenso e ha amministrato bene. Se il provinciale confermerà lui, sarà lui. Se la segreteria provinciale e Gentilini stesso decideranno diversamente, allora si prenderanno altre decisioni. Non sarò certo io a intromettermi nelle questioni di territori in cui la Lega governa bene e ha consenso da vent’anni».
Gazzettino – 1 marzo 2013