Sanità. I governatori riscrivono e attenuano il progetto di Balduzzi, ma l’Economia frena la proposta Restyling rete ospedaliera, confronto decisivo dopo Natale
ROMA Divisi sui conti e sugli effetti dei tagli, separati sul colpo di scure in cantiere sugli ospedali. E proprio sugli ospedali tra Governo e Regioni s’è consumato ieri quasi un nuovo strappo. Il regolamento che taglia migliaia di posti letto, che i governatori chiedevano di riscrivere, non è stato accolto dal ministero dell’Economia e a quel punto le Regioni hanno detto «no» alla proposta di inserire il provvedimento “fuori sacco” all’ordine del giorno della Stato-Regioni come chiesto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Alla fine, un compromesso: se sarà accolta la richiesta di incontrare prima il presidente del Consiglio, i governatori accetteranno una «conferenza straordinaria» tra Natale e Capodanno. Sempreché, naturalmente, sul testo ci sia condivisione: in caso negativo, scatterebbe la «mancata intesa» e dopo un mese il Governo potrebbe procedere. Tra Governo e Regioni il “capitolo sanità” si conferma la partita più scottante, destinata a trasformarsi in una pesante eredità per l’Esecutivo che verrà do- po le urne di febbraio. E ieri se ne è avuta una riprova, dopo la guerra di cifre di mercoledì tra Balduzzi e i governatori: il ministro “limita” i tagli (o meglio: «i minori finanziamenti») a 8 miliardi dal 2014, mentre le Regio- ni conteggiano tagli a tutti gli effetti per oltre 3o miliardi fino al 2015. Sanità «sostenibile», dice il ministro, senza negare che «problemi ci saranno, ma saranno affrontati», mentre per i governatori il sistema sanitario pubblico sarà «insostenibile» già dal prossimo anno.
È tutto all’interno di questo confronto che s’è svolto ieri il round sulla ristrutturazione della rete ospedaliera. Che, secondo la Salute, comporterà un calo di 14.043 posti letti peri ricoveri ordinari, ma insieme un aumento di 6.653 per lungodegenza e riabilitazione.Perun saldo negativo di 7.389 posti letto in tutta Italia, dove a perderci di più sarebbero le Regioni più “avanzate” e che ospitano pazienti extra regionali, apartire da Emilia Romagna e Lombardia. Conti tutti da mettere alla prova, è chiaro: è difficile, infatti, che le Regioni in deficit possano addirittura aumentare l’attuale dotazione di posti letto. Insomma, un rebus. Anche di qui le richieste delle Regioni: più elasticità a quelle che ospitano pazienti in «mobilità», ridurre da 80 a 6o posti letto il tetto sotto il quale i privati potrebbero perdere l’accreditamento, fatta salva la possibilità di raggiungere la quota anche con forme associative e consortili. Infine: spostare di sei mesi, da gennaio a giugno 2013, il recepimento in sede locale delle nuove regole. Chissà se l’Economia (e Monti) cederà.
Il Sole 24 Ore – 21 dicembre 2012