Alcuni scienziati del Regno Unito hanno scoperto che lo stress può rendere i maiali più suscettibili alla malattie associata alla malattia vescicolare suina (Porcine Circo Associated Diseases – PCVAD). La ricerca svolta dal British Royal Veterinary College (RVC) ha scoperto che problemi ambientali come lo stress e il sovraffollamento possono portare a questa malattia, senza tuttavia comportare infezioni secondarie.
La PCVAD rappresenta un complesso gruppo di malattie che causa il peggioramento delle condizioni corporee, linfonodi visibilmente ingrossati, difficoltà di respirazione, e talvolta diarrea, pallore e ittero. Fino a poco tempo fa si pensava che la PCVAD fosse il risultato della malattia vescicolare del suino 2 (PCV2), un tratto comune tra i maiali infetti.
Tuttavia, è la prima volta che i fattori ambientali sono stati collegati a questo gruppo di malattie dei suini, e i ricercatori ritengono che i risultati potrebbero salvare milioni di euro in misure preventive. I ricercatori hanno scoperto che fattori come le alte temperature o il affollamento, intesi singolarmente o meno, possono indurre i sintomi attribuiti alla PCVAD senza infezioni secondarie da PCV2.
I suini tenuti in recinti di dimensioni inferiori agli orientamenti minime e a temperature non idonee hanno ridotto il loro peso e hanno fatto registrare una carica virale maggiore rispetto ai suini allevati in condizioni più confortevoli.
Il professor Dirk Werling, che ha guidato il progetto, ha detto che”nella fase iniziale del progetto, sono stati identificati i fattori di rischio specifici, di alcune aziende, che hanno avuto un impatto sulla gravità della malattia. Ora, siamo in grado di confermare che questi fattori di rischio, in condizioni sperimentali, contribuiscono realmente alla gravità dei segni clinici. Questi risultati mostrano chiaramente che la gestione non ottimale delle condizioni ambientali ha un impatto sulle perdite economiche. Siamo sicuri che i nostri risultati saranno molto utili al settore suinicolo, dato il fatto che la PCV2 è molto comune. Questi risultati indicano chiaramente che, oltre alla vaccinazione contro la PCV2, i cambiamenti degli attuali sistemi di allevamento, che ovviamente possono essere raggiunti solo in una prospettiva di lungo termine e attraverso un approccio agricolo più sostenibile, contribuirebbero a un allevamento meno stressante per gli animali”.
Fonte Global Meat News (da Unaitalia) – 14 aprile 2015