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Riconversioni. Bonifiche ferraresi entra al supermarket. La holding passerà da una gestione prettamente agraria con vendite all’ingrosso a una gestione orientata al consumatore

Con una superficie agricola utilizzata a disposizione di oltre 5.500 ettari si possono fare tante cose: coltivare cereali, come grano e riso, ma anche frutta e ortaggi, piante officinali e ulivi. E poi allevare bestiame: fino a 8mila bovini da carne, nella fattispecie, alimentati con foraggi che crescono attorno alle stalle. Realizzando un eco-distretto zootecnico da 1.650 ettari.

A gestire e far fruttare così tanta terra – la dimensione media di un’azienda agricola in Italia è di poco superiore a sette ettari – sarà B.F. Holding Spa, la Newco costituita l’anno scorso da una cordata di investitori privati per rilevare dalla Banca d’Italia la quota di maggioranza di Bonifiche Ferraresi Spa, società agricola quotata alla Borsa valori di Milano.

Un network di 18 imprese, alcune di grosso calibro – da Cariplo che detiene il 32,79%, a Sergio Dompé srl con il 16,39%, dalla Per Spa di Carlo De Benedetti (13,11%), all’Inalca Spa di Luigi Cremonini (3,28%), fino ai Consorzi agrari «targati» Coldiretti, con quote tra 2,73 e 0,27% – che ha predisposto un progetto di crescita, con un piano industriale 2015-2019 finalizzato a trasformare la società in un polo agricolo europeo di eccellenza per dimensione, capacità produttiva e qualità dell’offerta.

Il riposizionamento di Bonifiche Ferraresi, storica società nata nel 1871 sotto il Regno d’Italia, con un attuale patrimonio di due aziende agricole, a Jolanda di Savoia (Ferrara) e a Cortona (Arezzo), passerà da una gestione prettamente agraria con vendite all’ingrosso, a una gestione orientata al consumatore. Con la commercializzazione di prodotti a marchio proprio attraverso contratti con la Grande distribuzione (già in itinere con Conad ed Esselunga) che daranno più valore aggiunto all’attività aziendale, articolata per filiere. «Daremo un forte apporto di innovazione e know how per produrre anche nuove colture, come officinali, tisane e integratori, orzo, legumi e altri ortaggi, che andranno ad aggiungersi ai tradizionali frumento e riso», spiega l’amministratore delegato di B.F. Holding, Federico Vecchioni, già presidente di Confagricoltura, e dal 2014 consigliere dei Consorzi agrari d’Italia (Coldiretti). E questo anche «in una logica di doppio raccolto, grazie a sistemi irrigui all’avanguardia, mappatura e miglioramento della fertilità dei terreni, con l’apporto di più sostanza organica zootecnica e meno chimica di sintesi».

Il management team guidato da Vecchioni, facendo leva sull’esperienza e il know how portato da tutti gli azionisti e su una piattaforma di ricerca e sviluppo, punta a realizzare un «software dell’agricoltura italiana» per i mercati europei. E le basi di partenza sono buone anche sul piano patrimoniale. Con un aumento di capitale a 124 milioni, un valore della produzione che nel primo semestre è già cresciuto a 8 milioni e un utile netto di 700mila euro. I primi risultati saranno presentati pubblicamente a un forum nel maggio 2016.

Massimo Agostini – Il Sole 24 Ore – 17 ottobre 2015 

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