Linee guida e buone pratiche condivise dalla comunità scientifica come paracadute nell’accertamento della colpa lieve degli operatori sanitari. E un provvedimento ad hoc per agevolare l’accesso alle polizze assicurative anche ai camici bianchi appartenenti alle specializzazioni a più alto rischio.
Queste le strategie messe in campo dalla riforma Balduzzi per arginare il fenomeno della medicina difensiva, che si traduce in un aumento di costi per il servizio sanitario pubblico, e rasserenare i medici che dal 13 agosto 2013 dovranno essere pronti a rendere noti al cliente gli estremi della polizza e il massimale. Misure limitate rispetto al più ampio disegno di legge all’esame della Commissione Igiene e sanità del Senato, che punta a prevedere l’assicurazione obbligatoria per tutte le strutture. Anche se delusi dall’assenza di una norma che imponga alle assicurazioni di garantire adeguata copertura ai medici, per gli operatori scatta intanto l’indicazione ai giudici di tener conto – nel giudicare la colpa lieve – del rispetto delle regole acquisite a livello scientifico e nella pratica medica quotidiana. Rinviato invece a un Dpr il compito di disciplinare le procedure e i requisiti minimi e uniformi per l’idoneità dei relativi contratti di assicurazione, obbligatori per i professionisti.
Il provvedimento da adottare sentite anche le imprese assicuratrici (Ania) e la Conferenza Stato-Regioni (per l’attività professionale svolta da dipendenti e convenzionati del Ssn) – stabilisce tra l’altro che dovranno essere individuati i casi in cui, sulla base di definite categorie di rischio professionale, dovrà essere previsto il ricorso a un fondo di garanzia istituito per garantire la copertura assicurativa agli esercenti le professioni sanitarie. Il fondo sarà finanziato dal contributo dei professionisti e da un contributo a carico delle imprese assicuratrici. Il Dpr dovrà inoltre stabilire che i contratti di assicurazione prevedano, alla scadenza, la variazione in aumento o in diminuzione del premio in relazione al verificarsi o meno di sinistri e subordinino la disdetta della polizza alla reiterazione di una condotta colposa da parte del sanitario. La riforma impone anche l’aggiornamento almeno ogni cinque anni degli albi dei consulenti tecnici d’ufficio, pergarantire oltre alla rappresentanza medico-legale anche quella di esperti delle discipline specialistiche dell’area sanitaria, e il coinvolgimento delle società scientifiche. Ultima novità- anch’essa attesa dagli operatori – il riconoscimento del danno biologico conseguente all’attività sanitaria e l’aggiornamento delle relative tabelle con le fattispecie per ora non previste.
Il Sole 24 Ore – 2 novembre 2012