È questo l’intento di un pacchetto di norme che produrrà la «staffetta generazionale». Si va dall’abrogazione della possibilità del lavoratore di chiedere il trattenimento in servizio due anni oltre il compimento dell’età utile per conseguire la pensione, al ripristino dell’esonero di servizio, cioè la possibilità di sospendere il dipendente nei cinque anni che precedono il momento di andare in pensione con 40 anni di anzianità contributiva.
Già queste norme sarebbero capaci, secondo Matteo Renzi di produrre uscite che saranno compensate in parte da nuovi ingressi senza ricorrere a licenziamenti. Sullo sblocco del turn over, il ministro della P.a., Marianna Madia, ha detto che si punta a «sbloccarlo al massimo, ma in modo strategico con entrate selettive per le amministrazioni che hanno fabbisogni e obiettivi che necessitano nuove entrate». E sempre a valle di una ricognizione dei fabbisogni, c’è il demansionamento per i lavoratori che risultassero in esubero. Per colmare i buchi che si registrassero nei diversi uffici, arriva la mobilità obbligatoria e un maggiore uso del part time. Previsto il dimezzamento del monte ore per i permessi sindacali, cioè il diritto di assentarsi dal posto di lavoro per il tempo necessario allo svolgimento dell’attività sindacale, venendo retribuiti.
A. Bac. – Corriere della Sera – 2 maggio 2014