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Levi: canili più vuoti, ma l’allarme abbandoni non è finito

Se esaminiamo i dati del Canile sanitario di Milano nel periodo 2000-2010 possiamo dire che il numero dei cani entrati è diminuito. Dire però che si è ridotto anche il numero degli abbandoni non è così consequenziale e semplice.

Considerando che i cani entrano in Canile sanitario perché trovati vaganti o affidati dalla forza pubblica ed escono perché resi al proprietario, ceduti a una nuova famiglia o mandati al rifugio, tutti quelli non restituiti al proprietario possono essere considerati come abbandonati. L’analisi dei dati indica un andamento tristemente stabile: una percentuale che varia dal 50-57% di cani abbandonati all’anno. In dieci anni 4.466 cani. C’è però una possibile spiegazione a questo dato sconfortante. Dal 2008 è possibile per i veterinari liberi professionisti accreditati la visione in anagrafe canina dei dati dei proprietari inserendo il chip di un cane. Il numero delle entrate in canile è quindi plausibilmente diminuito, perché spesso i cani vaganti trovati da cittadini (stimiamo 400 all’anno) vengono portati in un ambulatorio veterinario; letto il chip cane e proprietario si ritrovano velocemente. Se sommiamo ai cani che sono entrati in canile questi 400 cani che sono stati restituiti al proprietario, la percentuale dei cani «abbandonati» scende al 34%. E sempre troppo.

di Levi Diana, dir. servizio Sanità animale Asl Milano

Corriere della Sera Milano di martedì 11 ottobre 2011, pagina 10

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