Addio merendine al caffè. Addio patatine nel tubo. Addio bibite gassate, energizzanti, e anche quella che nella canzone di Vasco si porta a scuola. Tra pochi mesi cambierà il paradiso dei bambini, il bendidio della macchinetta distributrice di dolci zuccheratissimi e noccioline salatissime che scatena corse affannate nei corridoi delle scuole italiane al suono della campanella dell’intervallo. Fine del magna magna: tutto vietato, tutto proibito.
Il protocollo approvato ieri dagli assessori all’agricoltura delle venti regioni italiane riuniti al Salone del Gusto di Torino, non lascia dubbi: «È vietata la distribuzione ai minori, mediante distributori automatici e in ogni luogo aperto al pubblico », di un lungo elenco di «alimenti e bevande sconsigliati ovvero contenenti un elevato apporto totale di lipidi per porzione, grassi trans, oli vegetali, zuccheri semplici aggiunti, prodotti ad alto contenuto di sodio, nitriti e/o nitrati utilizzati come additivi, aggiunta di zuccheri semplici e dolcificanti, elevato contenuto di teina, caffeina, taurina e similari». Tutto questo, spiega il promotore del protocollo, l’assessore all’agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero (mai come in questa situazione un semplice caso di omonimia) è fatto «per tutelare la salute dei nostri ragazzi iniziando a combattere le cattive abitudini alimentari e l’obesità infantile». Nella classifica europea infatti i bambini italiani sono più obesi di molti altri e in ogni caso sopra la media continentale. A questo si deve aggiungere, fa ancora osservare l’assessore, che dei circa 250mila decessi per tumori che si verificano ogni anno in Italia, un terzo sono stati causati o favoriti da cattive abitudini nell’alimentazione.
Cifre impressionanti. I tecnici che in questi mesi hanno aiutato i politici a scrivere il protocollo, hanno discusso a lungo su quali fossero le sostanze che certamente danneggiano la salute dei nostri bambini. Le molecole eccitanti, come caffeina e taurina, così come quelle ad alto contenuto di grassi e di zuccheri sono finite quasi subito sul libro nero. Si è salvato per il della cuffia, invece, il glutammato monosodico, sostanza contenuta in prodotti assai diffusi come il dado da cucina ma anche in snack come le patatine nei tubi. Il dubbio è che il glutammato, presente anche in molti piatti della cucina cinese, possa addirittura provocare dipendenza in chi ne assume grandi quantità. Rischio sul quale gli scienziati si sono però divisi. La mancanza di un giudizio univoco ha evitato per il momento che il glutammato finisse nel protocollo.
Che cosa accadrà ora? Il testo approvato all’unanimità dagli assessori regionali all’aranno gricoltura finirà sul tavolo della conferenza Stato-Regioni. Se anche questo organismo approverà la norma antiobesità, toccherà al governo tradurre in decreto e poi in legge il documento destinato a rivoluzionare il panorama delle macchinette distributrici delle scuole italiane. Intanto perché almeno alle elementari e alle medie si dovranno inevitabilmente dividere le macchinette che distribuiscono snack da quelle che forniscono thè e caffè. E poi perché spariranno di colpo molte delle confezioni tradizionalmente presenti sugli scaffali automatici. Con che cosa sarotto sostituite le merendine? «Beh — esemplifica l’assessore Ferrero — sarà possibile distribuire yogurt, frutta fresca, panini purché non farciti con salse, coloranti o conservanti». Un cambio di abitudini alimentari radicale. Che fa sorgere qualche problema: senza conservanti quanto potranno resistere le confezioni nella macchinetta? «Molti cibi — ammette l’assessore — dovranno essere cambiati ogni due giorni». Una garanzia di freschezza in più.
Naturalmente non sarà un cambiamento indolore. E in Piemonte, dove era già stata presentata una proposta di legge regionale simile, non sono mancate le proteste delle aziende che gestiscono le macchinette distributrici. «Si sono presentate da me in gruppo — ricorda Ferrero — e io ho provato a spiegare loro che la nuova legge potrebbe spingere i colossi del settore alimentare a proporre nuovi prodotti per questo genere di consumo». C’è da attendersi che prima del varo della legge la protesta potrà allargarsi su scala nazionale. Ma sarà una battaglia controcorrente: chi vorrà battersi contro la difesa della salute dei nostri figli?
Repubblica – 24 ottobre 2014