Da un articolo sul “The New York Times”. L’interruzione dei servizi finanziati dall’amministrazione federale coinvolge anche le agenzie per la sicurezza alimentare. In America non si è più tranquilli.
Lo shutdown americano fa tremare il mondo. Se si dovesse continuare, si parla di una nuova crisi economica globale, ma nel frattempo la sicurezza alimentare americana è in serio pericolo. A parlarne è un articolo pubblicato sul “The New York Times”, che dipinge uno scenario allarmante. A causa dello stop ai finanziamenti, tutti i controlli e le ispezioni, eccetto quelli per carne e pollame, si sono bloccati e i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CDC), hanno dovuto richiamare urgentemente i lavoratori temporaneamente sospesi per fronteggiare centinaia di episodi di salmonellosi in 18 Stati.
Gli uffici deputati al controllo delle filiere sono vuoti. Ispettori, amministrativi, tecnici, specialisti nella comunicazione, sono a casa.
La rappresentante democratica Rosa L. De Lauro del Connecticut lancia l’allarme “La situazione pone la salute dei cittadini a serio rischio” ha affermato “ Lo shutdown taglia i budget delle agenzie e c’è il pericolo di una crisi per la salute pubblica”.
Allo stesso tempo, sono stati cancellati diversi report agricoli utilizzati usualmente da allevatori e coltivatori: non si sa più cosa coltivare e il mercato ne soffre. Il più importante rapporto scomparso è Il World Agriculture Supply and Demand Estimates, che fornisce statistiche mondiali sulla produzione di tutte le commodities dal cotone al mais, insieme a dati su altri prodotti, inclusi carne e zucchero.
Il danno economico è notevole. L’analista finanziario Christopher Naranyan, ha affermato che i mercati sono completamente oscurati, si brancola nel buio perché gli investitori non riescono più ad ottenere le informazioni necessarie.
La Food and Drug Administration (Fda), l’ente governativo statunitense per la sicurezza alimentare, ha praticamente azzerato i 200 controlli settimanali delle specie vegetali, oltre a tagliare drasticamente il numero di ispezioni sui cibi importati. Nel Dipartimento dell’ Agricoltura, il centralino a servizio dei consumatori per segnalazioni o informazioni su carne e pollame, è stato chiuso.
Nel mirino shutdown inevitabili i tagli al personale. Al CDC circa il 68% dello staff è stato messo in aspettativa tra cui diversi epidemiologi e dozzine di lavoratori che quotidianamente monitorano la situazione epidemiologica delle malattie alimentari, come E.coli e Salmonella. Barbara Reynolds, referente del CDC ha affermato “Nonostante il richiamo di lavoratori per fronteggiare l’epidemia di salmonella, – si è scoperto poi a causa di pollo crudo- la situazione rimane alquanto preoccupante, perchè manca ancora gran parte del personale”. La loro assenza è un fatto gravissimo, perché il CDC così non è in grado di fronteggiare efficacemente l’ insorgenza di malattie alimentari e proteggere la salute dei consumatori.
Altra preoccupazione: stop alle comunicazioni con l’esterno. L’agenzia, di prassi, in caso di un focolaio epidemico o qualsiasi problema di sicurezza alimentare, comunica immediatamente fuori per mettere a conoscenza il consumatore del problema. “Nonostante parte del personale sia ritornato, il loro ruolo è comunque limitato se non sono in grado di comunicare con la popolazione”. Ha affermato Caroline Smith, direttrice del Centro per la scienza per l’interesse pubblico, gruppo di ricerca di Washington.
Fortunatamente per ora il Dipartimento dell’Agricoltura che ha identificato i casi di salmonella, è stato risparmiato dai tagli dello shutdown e i lavoratori sono ancora in servizio.
Anche nella Food and Drug Administration il panorama è nero. Il 45% dei lavoratori è stato messo in aspettativa, e le attività procedono con fatica. Circa 9000 controlli previsti saranno sospesi per mancanza di fondi. Inoltre, una nuova legge approvata nel 2011, non ancora entrata in vigore per ritardi nell’applicazione, poteva garantire all’FDA più poteri, ma ora sarà ulteriormente posticipata proprio a causa dello shutdown.
Vai all’articolo originale del New York Times
fonte: Sicurezza Alimentare Coldiretti – 11 ottobre 2013