Per il 55% degli italiani è utile continuare a fare ricerca scientifica sugli Ogm mente il 52% appare possibilista sugli acquisti futuri di prodotti biotech. Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca Ispo condotta per conto di Futuragra, l’associazione di agricoltori che si batte per l’introduzione delle biotecnologie in Italia.
Dalla ricerca, presentata a Roma da Renato Mannheimer (Ispo Ricerche) e Silvano Dalla Libera (vicepresidente di Futuragra) risulta anche che il 62% degli intervistati pensa che gli scienziati italiani abbiano diritto di fare ricerca alle stesse condizioni dei colleghi degli altri Paesi. Mentre il 49% non è d’accordo sul fatto che l’Italia abbia interrotto la sperimentazione. Tra i più forti sostenitori della ricerca scientifica i laureati e i 35-44enni.
Scarsa conoscenza
Parallelamente, il sondaggio Ispo mette in luce che il 33% della popolazione dichiara di non avere mai sentito parlare di Ogm, percentuale che sale al 50% tra gli over 64enni e al 41% tra chi è residente nel Sud e nelle Isole. E nonostante il 67% degli italiani dichiari di conoscere gli Ogm, di questi solo il 7% sa bene di cosa si tratta. Una percentuale che si assottiglia ulteriormente (5%) se si escludono quanti non conoscono il significato dell’acronimo (organismi geneticamente modificati) o non hanno le idee chiare sulla presenza di geni in tutte le piante e non solo in quelle biotech.
I pregiudizi
«Non sorprende – ha commentato Dalla Libera – che dal sondaggio emerga che il 42% degli italiani pensi che oggi in Italia si coltivino prodotti agricoli Ogm e che il 63% non sappia o pensi che sia falso il fatto che nei prodotti in vendita siano presenti quote di ingredienti Ogm. Così come solo 1 italiano su 5 sa che negli allevamenti italiani destinati alla produzione Dop è consentito impiegare mangimi Ogm. È il frutto di una propaganda contro le biotecnologie che da una parte fa credere che si coltivino e dall’altra nasconde che negli alimenti e nella filiera siano usate da anni materie prime biotech senza danni alla salute e con benefici economici sia per i consumatori che per i produttori».
Nuovi scenari
Secondo Mannheimer «la ricerca mette a nudo il deficit di conoscenza sul tema degli Ogm presso l’opinione pubblica italiana, al centro di messaggi spesso ideologizzati e bersagliata da dibattiti in cui le ragioni della scienza sono poco rappresentate. Non deve dunque sorprendere se in un contesto di questo tipo la richiesta sia proprio quella di ridare la parola alla scienza e alla ricerca». Secondo Mannheimer, dunque, la propensione all’acquisto espressa da più della metà della popolazione «è un segno di grande maturità dei consumatori che manifestano meno pregiudizi di quanto fino a oggi si sia voluto far credere. Questi dati aprono uno scenario nuovo nel dibattito e dimostrano un’apertura che non potrà essere ignorata in futuro».
ilsole24ore.com – 30 novembre 2012