La settimana di sensibilizzazione, l’iniziativa adottane uno, la campagna sui pericoli che ne minacciano l’habitat, le visite nelle scuole: basta sapere come trattarli. Non sono pericolosi. Non pungono. Sullo sfondo della Brexit, dell’emergenza profughi, del terrorismo, c’è una fetta di Gran Bretagna che con impegno si dedica a problemi più circoscritti. Amano i cani, adorano i gatti, ma gli inglesi apparentemente non sono immuni al fascino particolare dei ricci, che da un sondaggio della Bbc risultano addirittura al primo posto — tra le specie indigene — nell’affetto del Paese.
Immaginare allora la costernazione di fronte a una ricerca che segnala un sorprendente e pericoloso calo nella popolazione degli spinosi mammiferi: se nel 1950 il Regno Unito ospitava trenta milioni di esemplari, oggi ne rimangono soltanto il cinque per cento.
Cosa fa un animalista britannico di fronte a una notizia del genere? Si rimbocca le maniche. Ci sono adulti (scienziati) che indossano un costume da riccio per sensibilizzare i bambini. E la Società per la salvaguardia di questi animali ha ingranato la quinta. Chi ignorava che i ricci fossero simpatici, astuti e pieni di premure per i propri piccoli farà bene a guardare sul sito dell’associazione il video della «Signora Tiggy Winkles» — questo il nome dell’animale — che costruisce un nido per la prole. Volete aiutarli? Ecco sulla pagina web le istruzioni per donare fondi, o acquistare prodotti che aiutano il riccio, oppure per adottarne uno. Poi c’è, immancabile, la petizione da firmare con la quale si chiede al governo che la specie venga dichiarata protetta. Downing Street ha risposto con diplomazia che, sebbene appoggi le misure per la protezione dei ricci, preferisce tenere la definizione per animali che vengono volontariamente uccisi o feriti dagli esseri umani. Loro, invece, sono vittime accidentali di tagliatori di erba, di staccionate eccessivamente resistenti, dello sviluppo urbano.
Guai a scoraggiarsi, però. Se il riccio non è protetto dal governo, lo è dalla comunità. Regent’s Park, così, avverte i suoi visitatori: plastica, spazzatura ed elastici lasciati sull’erba sono un pericolo. E attenzione, passeggiatori di cani: non lasciateli rovistare troppo sotto gli alberi. Potrebbero disturbare i ricci. Sono quattro i garanti nazionali — per diventare Hedgehog Officer di Ipswich hanno fatto domanda 150 persone — una decina i veterinari specializzati, ottocento i riabilitatori e circa un migliaio le famiglie affidatarie. Solo in Inghilterra, ha scritto il Wall Street Journal .
Linda Clements nel Warwickshire si prende cura di ricci da ben ventidue anni. Con due simpatizzanti ha fondato un rifugio. Il mese scorso ha accolto quattordici esemplari in casa sua. «Vengono raccolti ai bordi delle strade e nei giardini, dove si mimetizzano tra le foglie. Le gente non li vede e…». Il resto si può immaginare. A Clements basta un’occhiata per capire se c’è qualcosa che non va e come intervenire. Lavora a ritmo serrato. I più piccoli, sottolinea, hanno bisogno di mangiare ogni novanta minuti, quando sono svegli. Mentre la notte devono fare uno spuntino tra le 2 e le 3 e la prima colazione alle 6.15. Come un neonato.
Paola De Carolis – Il Corriere della Sera – 19 agosto 2016