Balduzzi sarebbe riuscito a bloccare la scure sulle strutture minori: troppe le differenze legate alla realtà locale per procedere con un taglio centralizzato. Alla 17 la seduta per il varo del dl
Esce dalla bozza di spending review la norma che prevedeva la chiusura dei piccoli ospedali (con meno di 120 o 80 posti letto), da parte delle Regioni, entro ottobre, pena il commissariamento.
Secondo quanto si apprende, il ministro Renato Balduzzi avrebbe vinto la sua battaglia all’interno del governo e di quella disposizione non resta più traccia nel provvedimento. Sul provvedimento dovrebbe arrivare oggi il via libera del consiglio dei ministri, convocato per le 17.
Il responsabile della Sanità ieri si era posto chiaramente in contrasto con la regola che prevedeva la chiusura delle strutture periferiche più piccole. “Non può essere lo Stato centrale a dire cosa tagliare nelle varie regioni, dove le situazioni sono diverse”, aveva spiegato Balduzzi. Sul punto si erano scatenate polemiche ed erano stati fatti vari calcoli. Secondo i dati del ministero, in Italia ci sono 257 strutture che hanno meno di 80 posti letto (tra quelle singole e quelle accorpate con altre, magari più grandi), ma ogni situazione locale è diversa. Per questo l’idea di una decisione di tagliare presa a Roma pareva troppo pesante e difficile da applicare nelle varie regioni. Balduzzi ieri sera durante l’incontro con i governatori aveva annunciato di voler cambiare il provvedimento su questo punto.
Il taglio degli ospedali valeva circa 200 milioni, tra l’altro una cifra piuttosto bassa, per cui non valeva la pena creare malcontento tra i cittadini. E’ passata la linea del ministero, che rimanda alle singole Regioni la decisione su come intervenire. Resta dunque un’indicazione a seguire un principio di appropriatezza per le strutture piccole, cioè di eliminazione di quelle che non servono, cosa che peraltro è nota da tempo nei vari territori, ma cadono le imposizioni di taglio.
La spending review mantiene comunque l’obiettivo più generale di una riduzione dei posti letto ospedalieri, che oggi sono circa 4 ogni mille abitanti e in futuro dovrebbero diventare 3,6. Del resto l’Europa pone il limite ancora più in basso, a 3,3. Questa operazione si fa intervenendo sui grossi ospedali, magari accorpando le strutture doppione per risparmiare non solo spazi di degenza ma primari e personale in generale.
Repubblica.it – 5 luglio 2012