Lo straordinario diventa obbligatorio. Lo dice il nuovo contratto degli infermieri firmato dalla Triplice ma non dai sindacati autonomi. In pratica solo la dirigenza medica è fin qui sfuggita alle firme pre-elettorali, ma è in alto mare e all’Aran il tavolo “politico” si è appena fermato, anche Cgil-Cisl-Uil hanno detto stop. Spiega Andrea Filippi segretario Cgil Medici: «Abbiamo chiesto un chiarimento sulle risorse disponibili ma non è arrivato, soprattutto nel riconsiderare l’indennità di esclusività nella massa salariale. Siamo stati rassicurati dalle Regioni, ma il Governo non si è espresso e ancora non c’è la bollinatura del Mef». Proseguono i soli tavoli tecnici. Inquieta “da lontano” anche quell’articolo 31 firmato nel contratto comparto, norma inusitata che obbliga i sanitari agli straordinari. Che, ammessi solo se previsti nei contratti collettivi o previ accordi aziendali, non erano mai stati obbligatori. Lo diventano per infermieri e altre professioni sanitarie, in un contesto in cui – nel limite delle 48 ore massime “europee” di lavoro- la normativa prevede straordinari fino a un tetto teorico di 250 ore annue. La norma recita: «Il lavoratore, salvo giustificati motivi di impedimento per esigenze personali e familiari, eÌ tenuto ad effettuare il lavoro straordinario». Chi non può dovrà addurre motivi scritti. Nursind ha sottoposto il testo al giudizio degli iscritti prima di firmare; Nursing up, altro sindacato infermieri, chiede modifiche in extremis. Quanto la “scottatura” si ripercuota sulla trattativa della dirigenza medica all’Aran lo abbiamo chiesto al vicesegretario Anaao Assomed Giuseppe Montante, responsabile politiche contrattuali del sindacato, che (sul fatto che le richieste di parte pubblica fossero da tempo note) premette: «Non credo sia corretto giudicare il contratto di un’altra categoria- anche se del Comparto Sanità – solo dalla lettura acritica di alcune norme, senza aver partecipato alla trattativa né ben conoscere i temi di confronto fra parti che hanno poi portato alle norme sull’orario straordinario. Probabilmente le sigle firmatarie al livello nazionale, al livello di contrattazione aziendale saranno costrette a introdurre forti limitazioni all’uso dello strumento dello “straordinario obbligatorio”».
A che punto è il contratto dirigenza? l’indennità di esclusività espunta dalla massa salariale è il solo ostacolo o c’è altro? «Siamo nella fase delle “prove di partenza” con il “giro di ricognizione”, in attesa dello start ufficiale, come in Formula 1. Sul piano di politica contrattuale non vi sono al momento le condizioni minime indispensabili per lo start ufficiale. Solo per questa tipologia di dirigenza è offerto un incremento contrattuale in teoria del 3,48%, nella realtà invece di poco meno del 3%, con scuse pretestuose che rimpallano le responsabilità fra le parti pubbliche istituzionali. Sarebbe errato minimizzare la diatriba ad una questione solamente di quantità di soldi! Per noi è ancor più importante il principio. Non possiamo accettare che il lavoro della nostra categoria abbia un valore politico inferiore a quello di tutte le altre! Per senso di responsabilità stiamo però continuando un confronto tecnico con l’Aran per tentare di individuare e di superare i numerosi ostacoli normativi all’orizzonte».
Quanto di ciò che è stato firmato dagli infermieri ha una conseguenza sul lavoro del medico? «I medici ospedalieri per definizione lavorano a stretto contatto con gli infermieri e fra le due figure professionali c’è sempre stata una forte collaborazione. L’ipotesi, prospettata da alcuni, di un personale infermieristico stanco, costretto a turni massacranti ed esposto sempre più al rischio di errori con eventi avversi per sovraccarico di lavoro, in un clima aziendale da “padrone delle ferriere”, ci preoccupa moltissimo, non solo per giusta solidarietà nei loro riguardi, ma anche per le conseguenze negative sul lavoro medico di ogni giorno e sulla sicurezza delle cure».
E’ ipotizzabile che due figure molto vicine abbiano discipline d’orario molto diverse? «Sono due tipologie di contratti differenti, che riguardano profili professionali con status giuridici e livelli di responsabilità differenti. Per quanto ci riguarda non siamo “invidiosi” dei contenuti del Ccnl del personale infermieristico e non siamo disposti ad accettare la contraddizione in termini presente nell’orario straordinario obbligatorio. Per noi l’unico orario straordinario obbligatorio è quello effettuato in seguito ad improvvise urgenze cliniche. Altre tipologie sono e saranno sempre volontarie. Il lavoro straordinario non può essere uno strumento ordinario di programmazione, altrimenti non avrebbe senso l’uso dell’aggettivo “straordinario”! Tra noi e gli infermieri esiste una comune necessità di livelli organizzativi improntati ad un uso non intensivo di risorse umane peraltro invecchiate e demotivate da 9 anni di blocco contrattuale. Dobbiamo evitare di andare tutti in ‘svantaggio’».
Mauro Miserendino – Doctor33 – 21 marzo 2018