Non si è piaciuto Giancarlo Ruscitti, ex segretario regionale alla sanità dell’ultima giunta Galan, nel vedersi additato come responsabile della manovra di correzione ai conti appena effettuata dalla giunta Zaia.
Responsabile a posteriori, perché Ruscitti ha lasciato palazzo Balbi da un anno e mezzo, ma non meno coinvolto secondo l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti, che potendo gli manderebbe il conto a casa. L’assestamento di bilancio in discussione in questo momento in Regione ha grattato il barile per trovare 40,5 milioni di euro a sanatoria degli “ammortamenti non sterilizzati” dei bilanci passati. Cifra che corrisponde grosso modo a 10 euro a testa per ogni veneto capace di intendere e di volere. Non basterà: l’anno prossimo bisognerà accantonare 60 milioni, l’anno successivo 40 e avanti così per 25 anni, fino a coprire 1 miliardo e 200 milioni, ovvero il totale degli investimenti in sanità pagati negli anni scorsi attingendo alla spesa corrente. Ruscitti insorge: «Queste modalità di spesa erano consentite dal ministero delle finanze, controllate dal ministero della sanità e praticate da tutte le Regioni d’Italia. Il Veneto aveva il coordinamento della sanità nazionale, mi si concederà che sto parlando di cose che conosco. Nel 2009 fu deciso di variare il meccanismo e la sterilizzazione degli ammortamenti non fu più consentita. Era risaputo che bisognava farci fronte. Gli assessori alla sanità con i quali ho lavorato sono stati Flavio Tosi, Francesca Martini e Luca Coletto, tutti leghisti. Trovo ameno che oggi si chieda ragione a me». Ciambetti non si scompone: «Che lo facessero tutte le Regioni è vero, che non fosse corretto è altrettanto vero, altrimenti non si spiega perché adesso ci chiedono di rientrare nei ranghi. Si è eluso la nonna creando maggior elasticità nei bilanci e adesso la cosa non è più consentita». Vediamo di dirlo due parole: è cambiato il sistema di contabilizzazione, hanno ragione tutt’e due, paga sempre Pantalone. Ai contribuenti veneti farà piacere sapere che i 130 milioni di euro del totale dell’assestamento di bilancio (non solo i 40,5 degli ammortamenti in sanità) vengono da un tesoretto accantonato nel tempo: 80 milioni dovevano fronteggiare l’Irap contestata dalle banche e dalle compagnie di assicurazioni che hanno perso il braccio di ferro con la Regione; 27 sono risparmi sugli interessi; il resto da maggior attribuzione dell’Iva. Neanche un euro è stato spostato da altre voci.
Nuova Venezia-Mattino di Padova-Tribuna di Treviso di mercoledì 9 novembre 2011