Il ministero della Salute tenta di gettare acqua sul fuoco sui tagli che attendono la sanità dopo la «recente intesa raggiunta dalle regioni a statuto ordinario per allocare gli effetti finanziari di precedenti manovre di finanza pubblica» e assciura che i nuovi Lea avranno le coperture previste. Ma le Regioni danno invece per certi i contraccolpi sui Ssr e Massimo Garavaglia, coordinatore del Comitato di Settore Sanità chiede al Governo di assumersi almeno gli oneri del rinnovo contrattuale «depennandoli» dal Fsn.
Secondo l’intesa, come anticipato da Sanità24 , le Regioni ordinarie si devono accollare ben 422 milioni che le speciali si sono rifiutate di pagare, relativamente alla loro quota sui quasi 4 miliardi complessivi (3,98 precisamente) in qualità di «contributo alla finanza pubblica», ereditati dalla legge di Stabilità per il 2016. Ma per il ministero sarebbe una non-notizia. «Il Ministero della Salute precisa – si legge nel comunicato di sabato scorso – che tale scelta regionale non appare una novità, essendo contenuta in una Intesa raggiunta in Conferenza Stato – Regioni oltre un anno fa, segnatamente in data 11 febbraio 2016. È pertanto una non notizia la recente scelta delle Regioni a statuto ordinario di sobbarcarsi quella parte di manovra prevista dalla legge di stabilità 2016 che gravava esclusivamente sulle regioni a statuto speciale. Queste ultime avrebbero dovuto concludere specifici accordi con il Governo per contribuire alla manovra, ma avendo scelto di non chiudere tali accordi e di ricorrere alla Corte costituzionale avverso le disposizioni della legge di stabilità, hanno di fatto determinato un supplemento di manovra a carico delle regioni ordinarie».
E la Salute minimizza gli allarmi anche sulle possibili ripercussioni rispetto ai nuovi Lea. «In merito a possibili effetti negativi della citata scelta delle regioni sulla imminente entrata a regime dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e dei nuovi Nomenclatori protesici – continua la nota – il Ministero ricorda che per questa specifica finalità sono stati vincolati con legge 800 milioni di euro per anno e che il Fondo Sanitario Nazionale nel 2017 è stato aumentato di 2 miliardi di euro e nel 2018 di un ulteriore miliardo di euro. Pertanto, come risulta evidente dalla bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato e dalla avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti, il decreto recante i nuovi Lea e i nuovi Nomenclatori protesici ha adeguata copertura finanziaria. Con l’imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto si potrà pertanto finalmente aprire’ una nuova era per tutti gli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale».
Garavaglia: «Il Governo si assuma gli oneri del contratto»
Dopo l’intesa raggiunta tra le Regioni ordinarie e il Governo, con il no di Friuli Venezia Giulia e Sardegna Palazzo Chigi ha promesso che comunque gli impatti saranno mitigati dagli investimenti. Ma intanto il taglio c’è. E sarà spalmato su aree moilto sensibili per i cittadini come sanità, servizi sociali e trasporti. E secondo Massimo Garavaglia, coordinatore del Comitato di Settore Sanità in Conferenza Regioni e coordinatore degli assessori al bilancio il taglio in arrivo annullerà di fatto gli effetti dell’incremento del?Fsn 2017: «La nota laconica del ministero della Salute – dichiara l’assessore – conferma il taglio al fondo sanitario di 422 milioni. Del resto il ministero della Salute non poteva fare diversamente. Ora è evidente che l’incremento del fondo sanitario nel 2017 è di fatto annullato considerando il miliardo dei farmaci innovativi, i 400 milioni del contratto e la tegola dei 422 milioni che le regioni speciali hanno caricato sulle ordinarie. È evidente anche che l’avvio dei nuovi Lea risulta difficoltoso poiché non ci sono i famosi 800 milioni aggiuntivi». Secondo Garavaglia, tuttavia «Il governo ha la possibilità di risolvere questo pasticcio: gli diamo questo semplice suggerimento, si faccia carico degli oneri del contratto direttamente senza farli ricadere sul fondo sanitario e almeno si da la possibilità di avviare il percorso di questi benedetti nuovi Lea».
M5S: «Incapacità di gestione del ministero. Lorenzin fermi il nuovo schiaffo ai cittadini»
Anche i parlamentari del M5S sollecitano il Governo a trivare una soluzione. «Il Governo intervenga sull’ennesimo pasticcio – si legge in una nota – che rischia di essere pagato, ancora una volta, dai cittadini italiani e che lede ancora una volta il diritto alla salute, in questo Paese sempre meno garantito.
«Era chiaro sin dall’approvazione della legge finanziaria 2017 (Comma 392) – affermano i parlamentari M5S delle Commissioni Salute di Camera e Senato – che le regioni a statuto speciale non avrebbero trovato un accordo aprendo un buco nei conti del Ssn di circa mezzo miliardo. Parliamo- spiegano – dell’intesa raggiunta sul riparto delle quote dei tagli ai bilanci regionali per far fronte al contributo alla finanza pubblica previsto dalla legge di Bilancio 2016, intesa da cui si sono sfilate le Regioni speciali Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Adesso il rischio concreto è che i 422 milioni di euro che verrebbero a mancare, verranno sottratti dal fondo sanitario nazionale, che deve già fare i conti con l’applicazione dei nuovi Lea. Questo dimostra una incapacità di gestione da parte del ministero che rivede continuamente al ribasso il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale a partire dall’approvazione del patto della salute 2014-2016. Non è più tollerabile che il governo faccia cassa sulla pelle dei malati, la Lorenzin si attivi per impedire questo nuovo schiaffo alle regioni e ai cittadini».
Il Sole 24 Ore sanità – 13 febbraio 2017