I giudici amministrativi hanno dato ragione agli animalisti perché «tale limitazione alla libertà personale costituirebbe un limitenon consentito alla libera circolazione degli individui».
Ogni estate gli amanti degli animali si trovano alle prese con lo stesso problema: poter portare il proprio amico a quattrozampe in spiaggia. Mentre si moltiplicano gli stabilimenti che ne facilitano l’accesso, c’è ancora chi non ne vuole sapere. Così è successo in Calabria dove però gli animalisti non si sono dati per vinti e hanno chiamato in causa il Tar contro una ordinanza del Comune di Melito Porto Salvo che ne vietava l’accesso sulla spiaggia.
I giudici amministrativi hanno dato ragione all’associazione animalista accogliendone il ricorso perché «tale limitazione alla libertà personale costituirebbe un limite non consentito alla libera circolazione degli individui». Tra l’altro in Calabria venne varata una legge nel 1990 con l’istituzione dell’anagrafe canina «che si prefigge la finalità di realizzare sul territorio della Regione un corretto rapporto uomo-animale-ambiente».
Il Tar calabrese ha affermato che «la scelta di vietare l’ingresso agli animali, e conseguentemente ai loro padroni o detentori, sulle spiagge destinate alla libera balneazione, risulta irragionevole e illogica, oltre che irrazionale e sproporzionata: l’amministrazione avrebbe dovuto valutare se sia possibile perseguire le finalità pubbliche del decoro, dell’igiene e della sicurezza mediante regole alternative al divieto assoluto di frequentazione delle spiagge, ad esempio valutando se limitare l’accesso in determinati orari, o individuare aree adibite anche all’accesso degli animali, con l’individuazione delle aree viceversa interdette al loro accesso».
La Stampa – 22 luglio 2014