Il Corriere del Veneto. I sanitari sospesi dalla professione perché non vaccinati in provincia di Treviso fino ad ora sono duecento. Ma alcuni continuano a lavorare, ignorando l’applicazione del decreto del governo Draghi sull’obbligatorietà. Le segnalazioni di attività ancora in corso sono molte e così l’Usl 2 ha deciso di istituire una task force. «Ci sono molti professionisti che continuano a lavorare – spiega il dg Francesco Benazzi -. Metteremo in campo una squadra di tecnici della prevenzione che andranno a controllare gli studi privati degli operatori per i quali abbiamo emesso il provvedimento di sospensione. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni». Al momento non risultano casi negli ospedali dell’Usl.
«Il controllo però riguarderà anche chi esercita per noi in libera professione, anche a ore – continua il dg -. L’ordine potrebbe arrivare alla radiazione, per noi invece potrebbe scattare il licenziamento nel momento in cui c’è un rapporto di lavoro. Credo sia giusto che queste persone lo sappiano: non si può aggirare la sospensione». La lista dei sanitari sospesi perché non vaccinati è lunga: le categorie più esposte sono dentisti (record provinciale, sono 67 e le segnalazioni dei colleghi sono già arrivate), infermieri, psicologi e farmacisti. Per l’Usl scatta la linea dura.
Diverso è il caso dei non vaccinati che però sono esentati dalla somministrazione per patologie: «Vengono spostati su servizi non a contatto con il pubblico». Le terapie intensive Covid impegnate sono sei; i ricoveri totali nell’Usl 2 sono 68, in aumento di 3 nelle ultime 24 ore. È stato trovato anche un nuovo contagio in una casa di riposo (al Bon Bozzolla di Farra di Soligo) ma è asintomatico e tutti gli altri ospiti e operatori sono negativi. Sono invece 9 i positivi accolti al Covid Hotel perché individuati all’aeroporto Canova o rientrati da viaggi all’estero: tre uruguaiani sono ospiti da dieci giorni, a cui si aggiungono da domenica 4 moldavi, un macedone e un 16enne bosniaco, separato dai genitori negativi per non portare il contagio in famiglia. L’indice di contagio scende: l’Rt è a 0,91 mentre il parametro sui 100 mila abitanti è calato a 89, dopo essere stato superiore a 100 per una settimana. Il focolaio balcanico si sta esaurendo: «Rimane impattante, su 789 casi nell’ultima settimana, il 56% dei positivi è straniero e tornava dall’estero – spiega Benazzi -. Ma i Comuni in fascia di allarme sono dimezzati, è un buon risultato».