Era partito tutto con la denuncia ai carabinieri del Nas di Padova di un suo collega medico che forse non ne poteva più di vedere il dottor Fabrizio Barbieri, 57 anni attuale primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Orlandi di Bussolengo, ruolo che aveva ricoperto anche all’ospedale di Monselice, timbrare il cartellino nelle strutture dove lavorava in regime di esclusività (prima nel Padovano, poi nel Veronese), venire pagato fior di quattrini e in barba alle regole del contratto, arrotondare lo stipendio con un secondo lavoro in una clinica privata di Modena, lontano da occhi indiscreti.
Un doppio gioco che per il camice bianco, che risiede a Verona, ha funzionato dal novembre 2007 fino al 31 gennaio 2013, e che gli ha portato nelle tasche oltre 95mila euro. Soldi che il sostituto procuratore Sergio Dini considera frutto di una truffa bella e buona ai danni delle Usl 17 di Monselice e Usl 22 di Bussolengo. L’inchiesta ora si è chiusa e il dottor Barbieri rischia il processo con le accuse di falso e truffa aggravata. Ma l’avviso di chiusura indagini spedito dalla procura di Padova è stato recapitato anche ad un altro medico, il dottor Ettore Verni, 55 anni, di Riccione, direttore sanitario del Poliambulatorio Life di Modena, e accusato di favoreggiamento personale per aver «coperto» il dottor Barbieri durante le indagini, rispondendo alle richieste dell’Usl 22 che non c’era nessun Fabrizio Barbieri al lavoro nella sua clinica.
Come detto, l’indagine era partita da una confidenza all’Arma da parte di un collega. Era stato lui a raccontare la doppia vita lavorativa del primario Barbieri, che oltre al servizio nelle Usl faceva visite pure nella clinica privata modenese, nonostante avesse nel contratto una clausola che gli impediva di svolgere attività libero-professionale. Sospetti che, pian piano, sono diventate certezze quando i militari del Nas hanno incrociato i tabulati telefonici e le presenza negli ambulatori pubblici, scoprendo come in certi giorni il medico fosse sulla carta al suo regolare posto di lavoro e invece si trovava a Modena.
Nelle indagini i carabinieri sono risaliti fino alla genesi della truffa, portata avanti tra il novembre 2007 e il maggio 2010 all’Usl 17 di Monselice dove Barbieri era direttore della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia, prima di trasferirsi all’ospedale di Bussolengo con lo stesso incarico, e lo stesso progetto, tra il maggio 2010 e il gennaio 2013. Con questo giochetto era riuscito a intascarsi 95.548,66 euro: lo stipendio da direttore che gli era dovuto, ma in regime di esclusività. Non solo perché il pm Dini gli contesta anche oltre 2mila euro che Barbieri ha guadagnato per essersi segnato a lavoro in orari superiori alla reale presenza in ospedale a Bussolengo in sei occasioni tra il 2011 e il 2012.
Nicola Munaro – Corriere del Veneto – 30 gennaio 2014