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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Torna positivo nel 2010 il segno della produzione agricola (+0,3%)
    Notizie ed Approfondimenti

    Torna positivo nel 2010 il segno della produzione agricola (+0,3%)

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche10 Maggio 2011Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Produzione agricola sostanzialmente stabile nel 2010. I dati di Ismea indicano un aumento leggero (+0,3%, in linea con l’aumento dell’1% del valore aggiunto secondo l’Istat) anche se può essere considerato un segnale comunque importante in quanto segue un’annata, il 2009, di forte contrazione.

    L’analisi del dettaglio dei singoli settori evidenzia una flessione produttiva delle coltivazioni vegetali, attribuibile in massima parte alla forte contrazione registrata per l’ortofrutta e, in misura più contenuta, per il vino. In particolare, per i cereali la produzione di frumento duro ha sfiorato la soglia dei 4 milioni di tonnellate con un aumento di circa 245 mila tonnellate rispetto al 2009.

    Tale risultato, data la sostanziale stabilità delle superfici (+0,2%), è da attribuire all’incremento delle rese (+ 6,3%). Al contrario, nel caso del frumento tenero, il leggero aumento produttivo si deve ai maggiori investimenti (+0,7%).

    Mentre per il mais l’aumento dell’offerta è riconducibile ad una crescita delle superfici (+1%) e delle rese (+2,2%), per il riso si registra una flessione (-6,3%), interamente imputabile alle sole rese (-9,8%).

    Tra i settori in crescita, quello dell’olio d’oliva dovrebbe mostrare un incremento del 6,1% nella campagna olearia 2010/2011, rispetto alla precedente che, secondo i dati Istat era stata di 518 mila tonnellate.

    Relativamente alle coltivazioni industriali si stima una notevole crescita (+6,7%) trainata dal segmento dei semi oleosi (+23,8%), dovuta essenzialmente al notevole incremento delle rese, in considerazione della lieve progressione delle superfici (+1,2%).

    L’aumento, inoltre, è attribuibile al girasole (+12,2%) e soprattutto alla soia (+31,7%). In crescita risulta anche la barbabietola (+11,9%), anche in questo caso dovuta ad una lieve espansione delle superfici (+2,7%), mentre in contrazione appare la produzione del tabacco (-9%).

    Per il vino, la produzione del 2010 dovrebbe trovarsi ad un livello inferiore dell’1,4% rispetto all’anno precedente (dato Istat). La stima dell’anno appena trascorso, inoltre, evidenzia un’incertezza circa gli esiti della campagna, legata anche agli effetti della “vendemmia verde”, attivata per la prima volta, che, di fatto, ha tolto materia prima dal circuito produttivo. A contenere ulteriormente le produzioni sono intervenute anche le estirpazioni con premio.

    Tra i settori in forte flessione si segnala quello della frutta, con un calo annuo pari al 3%, mentre si evidenzia una sostanziale stabilità degli agrumi (sulla base dei dati ufficiali Istat). Tali risultati sono riconducibili all’andamento climatico sfavorevole che ha compromesso il raccolto di mele e pere, mentre per il kiwi i problemi maggiori sono attribuibili alla batteriosi che ha colpito le piantagioni del Lazio.

    Per gli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche avverse hanno determinato, invece, una notevole diminuzione della produzione di pomodoro da industria (-10,7%) e di patate (-9,9%). Tale flessione è stata mitigata solo in parte dalla lieve riduzione della produzione di ortaggi e legumi freschi (-0,8%).

    L’offerta delle produzioni zootecniche nel 2010 ha seguito la tendenza crescente registrata negli ultimi anni, interessando stavolta tutti i comparti. Sui bovini da carne, l’aumento è riconducibile all’invio al macello di capi pesanti (soprattutto nel caso dei vitelloni femmina), a causa di un prolungato periodo di ingrasso determinato dall’attesa di condizioni di mercato migliori.

    Per i suini, la crescita dell’offerta si lega sia all’incremento del numero di capi macellati, sia del peso medio di abbattimento. Per gli avicoli, complice la crisi economica, si registra un aumento dovuto ad una effettiva crescita del mercato. Infine, l’incremento delle consegne di latte nel 2010 rappresenta una ripresa del settore, dopo un anno particolarmente difficile, grazie ad un miglioramento del panorama interno di scambio.

    Uno sguardo anche all’occupazione che complessivamente nel 2010 ha avuto in media un aumento dell’1,6% rispetto all’anno precedente.

    ilpuntocoldiretti.it – 10 maggio 2011

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