Un nuovo movimento politico, che si colloca nel centrodestra, ma senza populismo e demagogia. Il simbolo è un faro, sostanzialmente analogo a quello della sua fondazione «Ricostruiamo il Paese», che emana una luce gialla e contornato di richiami rosso e verde su campo bianco a simboleggiare la bandiera italiana. Cambia il nome: dopo un sondaggio on line tra i simpatizzanti è prevalso «Fare», il verbo preferito nella recente campagna elettorale alle regionali.
Flavio Tosi presenta la sua ultima creazione in una saletta di Montecitorio, attorniato dalla sua squadra: accanto a lui, i tre deputati (Matteo Bragantini, Emanuele Prataviera, Roberto Caon) e soprattutto le tre senatrici (la compagna Patrizia Bisinella, Raffaella Bellot, Emanuela Munerato) che, visti i numeri risicati del governo a Palazzo Madama, sono particolarmente corteggiate. Ma ci sono anche i suoi consiglieri regionali, in trasferta da Venezia alla Capitale: il capogruppo Stefano Casali, Andrea Bassi, Maurizio Conte, Giovanna Negro. Non manca, ovviamente, Fabio Venturi, braccio operativo della macchina tosiana.
Quello di ieri, per il sindaco di Verona, è allo stesso tempo un punto d’arrivo e un punto di partenza. Il compimento di un percorso accidentato iniziato almeno tre anni fa, che l’ha portato a cercare forme di consenso al di fuori della Lega Nord, fino a rompere con il suo stesso partito alcuni mesi fa. Ma da adesso, con un movimento politico di cui è segretario, dovrà camminare solo con le sue gambe, tra tanti altri partiti e partitini di centrodestra che cercano di costruire un’alternativa moderata e credibile a Renzi, ma rischiano di essere fagocitati da Salvini.
La dote di Tosi è quel 12 per cento conquistato il 31 maggio scorso nella sfida impossibile a Luca Zaia. «E siamo rappresentati con dei consiglieri in altre quattro regioni», rivela. Quali? Per il momento è top secret.Ovviamente, la questione più intrigante è quella dei rapporti con il governo Renzi, che è in piena campagna acquisti (il gruppo di Denis Verdini garantirà una sorta di appoggio esterno). «Noi vogliamo costruire un’alternativa a Renzi – chiarisce Tosi – restiamo all’opposizione, convintamente nel campo del centrodestra con una posizione libera e autonoma. Ciò non toglie che se ci saranno proposte serie del governo, le sosterremo».
Quanto ai compagni di viaggio di questo nuovo percorso, Tosi non si sbilancia. Ammette che con il pugliese Raffaele Fitto c’è da tempo stima, ma spiega anche che bisognerà partire da un «manifesto del centrodestra». Di suo, butta già sul piatto alcune idee, dal permesso umanitario temporaneo per risolvere il nodo immigrazione in Italia, a tutta una serie di misure anti-burocrazia fino a proposte economiche care alle partite Iva (abolizione studi settore, del limite del contante, nullità fiscale della fattura). Intanto si parte con «Fare», organizzato su base provinciale e regionale, con un occhio alle elezioni amministrative.
Alessio Corazza – Il Corriere del Veneto – 22 luglio 2015