«Quelle di Luca Zaia e di Remo Sernagiotto sono solo parole in libertà. Non ci accontenteremo di niente di meno, dopo aver fortissimamente voluto e realizzato quell’ospedale». Laura Puppato, senatrice del Pd, ex capogruppo regionale, ex sindaco di Montebelluna, lancia il suo avvertimento.
Ovvero: guai a chi tocca l’ospedale San Valentino di Montebelluna, ospedale che lei stessa aveva inaugurato insieme all’allora direttore generale Renato Mason. E se apre all’idea di realizzare centri di eccellenza a livello regionale, Puppato difende a spada tratta le eccellenze locali. La senatrice montebellunese parte da Chirurgia, a proposito della quale il governatore del Veneto aveva citato il caso «di un ospedale dove si fanno solo cento interventi all’anno» e che in base alle nuove tabelle ospedaliere dovrebbe perdere il primario a favore di Castelfranco. Puppato cita i numeri: «Sia a Montebelluna che a Castelfranco si superano i 2mila interventi all’anno. Quindi, premesso che il caso indicato da Zaia non si riferisce certo a uno dei due ospedali dell’Usl 8, inviterei il governatore del Veneto a non esternare in libertà su temi tanto delicati che alimentano timori di declassamento a maggior ragione in assenza delle schede definitive». Ma Puppato ce l’ha soprattutto con l’assessore regionale ai servizi sociali in merito alle considerazioni di quest’ultimo sulla qualità delle cure oncologiche effettuate a Montebelluna. «Le affermazioni dell’assessore Sernagiotto in merito alle cure oncologiche presso l’ospedale di Montebelluna si commentano da sole» polemizza Laura Puppato «sono ingenerose verso il personale sanitario che ci lavora e per nulla rispettose dei malati di cancro che si avvalgono di quella struttura». Tutta la questione sanità è nata dalle tabelle ospedaliere, ancora ufficiose, che indicherebbero la volontà di sopprimere o accorpare i cosiddetti reparti doppi di ospedali vicini, come è il caso di Montebelluna e Castelfranco per chirurgia, cardiologia, ginecologia, radiologia e altri. «Sono d’accordo di andare nella direzione di creare centri di eccellenza a livello regionale» dice ancora Puppato «ma non si possono smantellare con dei tratti di penna le eccellenze locali, costruite nel tempo grazie alla professionalità del personale e alle risorse economiche investite. Non è una difesa campanilisitca dell’esistente, ma un invito a fare una valutazione obiettiva della attuali strutture ricordando che la nostra provincia ha un rapporto costi/qualità tra i migliori del Veneto e d’Italia.
La Tribuna di Treviso – 10 maggio 2013