Resi pubblici i testi presentati ai negoziati con gli Usa che contengono gli impegni vincolanti che l’Ue vorrebbe su concorrenza, sicurezza alimentare, questioni doganali, ostacoli tecnici al commercio, Pmi e risoluzione delle controversie tra governi. A Bruxelles sperano in progressi nel prossimo semestre Washington vuole chiudere entro il mandato di Obama
La Commissione europea ha pubblicato ieri la documentazione tecnica utilizzata dalle autorità comunitarie nei delicati negoziati in vista di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. La scelta ha come obiettivo di mostrare massima trasparenza in un momento in cui le trattative sono criticate da più parti in Europa. Sempre ieri, il governo lettone, che dal 1° gennaio è presidente dell’Unione, ha confermato che intende fare tutto il possibile per chiudere le difficili discussioni entro fine anno.
«Circolano molti miti e idee sbagliate su quello che vogliamo ottenere e su quello che conterrà l’accordo», ha detto la commissaria al commercio, Cecilia Malmström a Bruxelles durante una conferenza stampa. Tra i documenti pubblicati vi sono testi tematici che illustrano la posizione dell’Unione europea su temi quali le regole sanitarie o le norme sugli investimenti.
È la prima volta che Bruxelles pubblica documenti di questo tipo mentre con un Paese sta negoziando un accordo commerciale. La signora Malmström ha promesso di continuare a pubblicare documentazione anche nei prossimi mesi. Il tentativo è di calmare le tensioni provocate dall’intesa, oggetto di trattative difficili (proprio ieri qui a Riga, in occasione dell’inaugurazione della presidenza lettone della Ue, il premier Laimdota Straujuma ha detto di «sperare progressi» nel prossimo semestre).
In molti Paesi, l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti (ormai noto con l’acronimo inglese Ttip: Transatlantic trade and investment partnership) ha scatenato la reazione preoccupata di chi teme un annacquamento delle regole sanitarie europee, delle leggi ambientali o delle norme alimentari. In particolare, c’è il timore che consentire arbitraggi nel caso di dissensi tra le parti, una volta l’accordo entrato in vigore, possa imporre nei fatti la legge del più forte o del più ricco.
È da notare che per ora la Commissione non ha voluto pubblicare informazioni relative, per esempio, ai dazi doganali o al settore energetico. La signora Malmström ha spiegato che «una certa segretezza è necessaria». Peraltro, non tutto il contenuto pubblicato ieri dall’esecutivo comunitario necessariamente verrà ripreso nell’intesa finale. La commissaria europea ha ammesso che l’obiettivo della Commissione è di avere solo “l’ossatura” dell’accordo pronta entro la fine dell’anno.
«Gli americani stanno inviando il segnale per cui vorrebbero chiudere la partita entro la fine del mandato del presidente Barack Obama» prevista nel gennaio 2017, ha spiegato la commissaria. I negoziati, iniziati nel luglio 2013, sono delicati. In entrambi i blocchi vi sono spinte protezionistiche anche se molti osservatori notano che un accordo euro-americano potrebbe consentire al mondo occidentale di imporre al mondo i propri standard normativi ancora per qualche anno, prima di subire la concorrenza asiatica.
Il Sole 24 Ore – 8 gennaio 2015