di Jane Lee. Un altro pesce remo è stato ritrovato sulla spiaggia dell’isola di Catalina, circa 35 chilometri al largo di Los Angeles. È il quinto esemplare del misterioso genere Regalecus spiaggiato sulla West Coast statunitense nel corso dell’ultimo anno.
Tyler Dvorak del Catalina Island Conservancy ha avvistato la carcassa mentre pattugliava una delle spiagge dell’isola il 1 giugno. “L’ho riconosciuto subito grazie a quello ritrovato l’anno scorso”, racconta il biologo. “È una visione abbastanza bizzarra”, continua Dvorak, che ha fotografato l’esemplare mentre i colleghi contattavano i ricercatori di Los Angeles, i quali sono arrivati a recuperare l’animale, lungo quasi quattro metri e mezzo.
Il pesce probabilmente era ancora più lungo ma mancava della coda, spiega David Chan, direttore del Pennington Marine Science Center, che ne ha effettuato la dissezione affinché possa essere studiato dai ricercatori della California State University di Fullerton e del Natural History Museum di Los Angeles.
La coda mancante non è una rarità in questi pesci, spiega Tyson Roberts nel libro Systematics, Biology, and Distribution of the Species of the Oceanic Oarfish Genus Regalecus. L’animale è in grado di separarsene grazie all’autotomia, la capacità di alcuni animali – come certe lucertole – di autoamputarsi se ad esempio minacciate da un predatore.
Un’occasione rara
Da vivi, i pesci remo sono stati osservati fluttuare verticalmente nell’acqua con la testa verso l’alto. Sono “una straordinaria visione di grazia e bellezza”, afferma Betrand Loyer, produttore di un documentario su questi animali. “È come vedere una fata sottomarina”.
Poiché vive a grandi profondità, il pesce remo è un animale molto difficile da studiare, quindi la maggior parte delle osservazioni è stata effettuata su animali spiaggiati. Gli esperti del Natural History Museum di Los Angeles hanno chiesto a Chan di rimuovere la testa (foto a destra), lo stomaco, le gonadi e altri organi il giorno stesso del ritrovamento, in modo da evitare la decomposizione o l’intervento di animali saprofagi.
Il team della Cal State studierà la testa per capire come si muovono le varie parti che la compongono, mentre il Natural History Museum è interessato a campioni di DNA per poter accertare a quale specie appartenga.
Attualmente se ne conoscono due specie, Regalecus russellii e R. glesne; quest’ultimo, anche noto come “re di aringhe”, preferisce in genere acque più fredde.
www.nationalgeographic.it – 18 giugno 2015