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La lettera. Undicesimo comandamento: affamare i pensionati

«Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil negli anni cinquanta, definiva “disgraziati e assassini” i governativi DC che proponevano tagli alle pensioni come mezzo per risanare i conti pubblici.

“Disgraziati” perché si accanivano contro una categoria che non poteva avere né forza contrattuale né sufficiente rappresentanza per difendere i propri diritti. “Assassini” perché nel disegno politico di un governo cinico e incapace si leggeva l’insinuazione che l’istituto del pensionamento era il male corrosivo del bilancio dello Stato.

Molta propaganda berlusconiana e leghista ripropone questa visione: i pensionati sono dei parassiti che succhiano il sangue ai lavoratori, ciascuno dei quali ha il carico di uno o più pensionati.

Dunque, perché non affamare i pensionati, quelli più poveri e privi di risorse, ridurli al rango dei barboni, imponendo loro anche ticket insostenibili nell’assistenza sanitaria della quale hanno più bisogno, cioè legalmente ucciderli per salvare l’economia del paese?

Nel frattempo la classe politica dirigente, la casta, deve essere libera di godere di ogni privilegio, seguendo l’esempio di chi si diverte con i bunga bunga e si permette ville di lusso, sfoggio di ricchezze e sperpero di denaro privato e pubblico».

lettera firmata – L’Espresso – Postato in Lettere e risposte il 3 luglio 2011

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