Antonio Pipitone dell’ Idv accusa la Regione di “far pagare 3 euro una visita specialistica di ‘completamento’ per analizzare gli esiti degli esami ordinati al primo consulto”. Pronta la replica di Coletto: “ Niente di più falso, quei 3 euro consentono al cittadino di non pagarne 13”.
È scoppiata una bagarre in Veneto tra l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, ed il consigliere regionale Idv, Antonio Pipitone, sull’introduzione di un presunto nuovo ticket da 3 euro. Nella giornata di ieri, Pipitone aveva parlato di “scandalo” e di ammalati “da spremere come limoni”, a causa di una delibera che, secondo l’esponente Idv, introdurrebbe un ulteriore balzello di 3 euro per “visite di completamento. Ossia per tutti quegli appuntamenti con gli specialisti volti a controllare degli esami che gli stessi medici hanno ordinato al primo consulto”. “È uno scandalo inaudito – è insorto Pipitone, medico di professione – far pagare, oltre al ticket della visita, 3 euro per far vedere i referti ordinati durante il primo controllo”.
Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Coletto che, respingendo le accuse rivoltegli, ha parlato di una “lettura distratta, o peggio malevola, che ha portato a polemizzare su un fantomatico nuovo ticket da 3 euro. Niente di più falso – ha aggiunto –. Quei 3 euro consentono al cittadino di non pagarne 13”.
“In realtà –ha detto Coletto – fino al 30 settembre accadeva che le Ulss considerassero come visita di controllo la lettura dei referti successivi alla prima visita, facendo così scattare un ticket di 13 euro. Abbiamo quindi deciso di fare chiarezza e spazzare il campo da possibili interpretazioni equivoche”. Per la lettura dei referti da parte del medico la somma dovuta “è sempre e comunque 3 euro, considerandola completamento della prima visita”. La decisione, come dichiarato da Coletto, è stata dunque presa pensando “prima di tutto all’interesse del cittadino a pagare il meno possibile le prestazioni che riceve e ad avere un percorso agevolato per una rapida definizione del suo quadro clinico”.
“Colgo l’occasione – ha concluso l’assessore – anche per precisare che nella nostra delibera da nessuna parte si indicano minutaggi per tali appuntamenti. Per quanto ci riguarda è solo il medico che, in scienza e coscienza, può decidere quanto tempo può essere necessario per valutare in tutti i loro aspetti i referti che gli vengono sottoposti dal paziente”.
Quotidianosanita.it – 12 ottobre 2011