Veneto. Caccia in deroga, delibera «impallinata». Consiglieri chiedono parere dell’avvocato
Prima o poi doveva succedere: a forza di spararsi colpi di ogni calibro sulla contestatissima abitudine della Regione Veneto di aumentare ogni anno le specie cacciabili per far piacere alle doppiette di casa nostra (la famigerata caccia in deroga), alla fine anche i consiglieri regionali si sono impallinati tra di loro.
Per meglio dire: a maggioranza, hanno (temporaneamente) impallinato la delibera presentata dall’assessore di reparto, il leghista Daniele Stival, che vorrebbe autorizzare anche per quest’anno e soltanto fino al 20 novembre la caccia in deroga a quattro specie di volatili altrove protetti (pespola, storno, fringuello e pispola le vittime designate).
La commissione consiliare appositamente riunita per esprimere il suo giudizio, infatti, ha sospeso e rinviato ogni parere fino a quando non si sarà pronunciata l’Avvocatura regionale, soprattutto in relazione a «eventuali responsabilità civili e penali» che potrebbero ricadere sul capo di chi dovesse approvare la deroga. Anche il consiglio regionale, insomma, ha preso atto del fatto che esiste una sentenza di condanna contro l’Italia pronunciata nel 2010 dalla Corte di giustizia europea, proprio a causa del fatto che il Veneto consente di cacciare specie protette dalle norme dell’Unione Europea. Meglio andarci con i piedi di piombo, anche perché giusto l’altro ieri l’eurodeputato trevigiano Andrea Zanoni (Idv), massimo difensore di pespole e storni a livello continentale, aveva pronunciato la solenne minaccia: «È già pronto l’esposto alla Corte dei conti contro i consiglieri che voteranno sì. È giusto che siano loro, insieme con gli assessori che hanno presentato la delibera, a pagare le sanzioni che arriveranno da Bruxelles». Commento aggiornato a posteriori: «I coneiglieri, terrorizzati, hanno preferito rinviare la votazione. E i fringuelli volano tranquilli per un’altra settimana almeno».
Il fronte pro-caccia in deroga, finora solidissimo in Regione, mostra per la prima volta qualche crepa. Nonostante i pidiellini Dario Bond e Moreno Teso abbiano difeso la legittimità della delibera predisposta dall’assessore Stival, invitando la commissione a non retrocedere di un passo, i primi distinguo sono arrivati proprio dal fronte leghista: il vicecapogruppo Paolo Tosato ha proposto un «sì condizionato», con verifica preventiva dei rischi legati alle sanzioni europee. Come dire: va bene tutto, ma prima accertiamoci di non approvare un atto illegittimo. Circostanza, quest’ultima, di cui sono certi i consiglieri di Pd, Udc e Idv . «Questo rinvio sembra tanto una bocciatura – punzecchiano i democratici Azzalin, Reolon e Bortoli -, grazie anche al fuoco amico, la delibera sulla caccia in deroga è stata impallinata». Rincara il dipietrista Gennaro Marotta: «È un buon risultato e speriamo che sia l’inizio di una retromarcia. Non si capisce perché si voglia continuare a mettere il Veneto in contrasto con le direttive europee». In realtà, lo si capisce benissimo.
Corriere del Veneto – 9 ottobre 2012