Ciambetti: «No a indebitamenti in più e tasse ferme» La nuova agenzia ufficiale scelta dalla Regione indica che il debito è sotto controllo e la cassa piena
Il declassamento per il Veneto in pagella c’è stato: se l’agenzia di rating “Moody’s” aveva indicato per la Regione l’ultima volta una Aa2 – e ora che non è più quella “ufficiale” di palazzo Balbi le ha assegnato un “A2”, cioè tre gradini sotto – ieri la nuova agenzia ufficiale scelta, la “Fitch”, che era piombata per giorni negli uffici regionali a verificare conti e prospettive, ha assegnato al Veneto una pagella “A+”, che significa “aspettativa bassa di rischio di credito e adeguata capacità di rimborso”, ed è comunque un paio di gradini in meno rispetto a quella precedente targata Moody’s. Che però di gradini ne aveva tagliati tre, per cui è andata bene.
I NUMERI REGGONO. Ma l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti, col dirigente-capo Mauro Trapani, ha voluto convocare stampa e tv ieri a Venezia, in concomitanza con l’annuncio ufficiale del nuovo rating dato da Fitch a Milano e a Londra, per dare due messaggi chiari. Primo, il Veneto perde un paio di gradini di affidabilità solo perché fa parte dell’Italia e, tanto per capirci, può sempre essere che ad esempio il Governo tagli di nuovo i trasferimenti alle Regioni, creando un guaio immediato di bilancio. Secondo, a parte questa incognita la stessa Fitch certifica che il Veneto se la sta cavando bene: vale il 9,3% del Pil nazionale, nel 2010 quello veneto è cresciuto del 2,2% rispetto all’1,3 di media italiana, e il tasso di disoccupazione è al 5,8% rispetto all’8,4% di media italiana (e 9,6% Ue).
I DIECI PUNTI DI FORZA. A far valere la situazione del Veneto sono dieci punti positivi. Il Patto di stabilità interno è stato rispettato. Il saldo “crudo” tra entrate e spese del 2010 è stato positivo di 264 milioni nonostante il taglio di fondi dal Governo. Le entrate regionali tengono, grazie soprattutto a quelle recuperate dalla lotta all’evasione su Irap e auto. Il Veneto può ancora, in caso di vero allarme rosso, usare leve di tasse che non sta usando (Irpef e altro) fino a incassare un miliardo l’anno in più. Le spese annuali sono rimaste pressoché ferme negli ultimi 5 anni. C’è un’elevatissima liquidità: in cassa, bloccati anche dal Patto di stabilità, ci sono 1,36 miliardi di euro. La spesa sanitaria risulta sotto controllo. Il livello di debito della Regione e la relativa spesa per gli ammortamenti sono bassi. Non ci sono operazioni finanziarie a rischio: gli “swap” attivati infatti dalla Regione non sono affatto dannosi ma «proteggono – scrive Fitch dal rischio di un esagerato aumento dei tassi di interesse. Con il federalismo fiscale, valuta Fitch, la Regione aumenterà anche le sue entrate e ridurrà la dipendenza dalle casse dello Stato.
I PUNTI DI DEBOLEZZA. Per Fitch però esistono problemi per il Veneto da cui guardarsi. I vantaggi del federalismo fiscale si vedranno solo tra tre anni. Visto che la sola spesa per la sanità, pur sotto controllo, si prende il 75% di tutte le entrate della Regione, c’è il rischio che ulteriori tagli di contributi da Roma «irrigidiscano il bilancio», con tagli all’edilizia residenziale e al trasporto pubblico. Il margine operativo si è dimezzato, proprio a causa dei tagli statali, anche se Fitch giudica positivamente le capacità di “reattività” dei dirigenti della Regione e prevede che non ci saranno problemi a coprire le rate annue di rimborso dei debiti, che oggi ammontano a 1,1 miliardi. Infine la Regione esclude di ricorrere ad un aumento dell’indebitamento, ma per Fitch questa necessità potrebbe invece verificarsi nel futuro vicino «per sostenere lo sviluppo locale».
«NIENTE DEBITI IN PIÙ». L’assessore Ciambetti conferma che non si andrà oltre i debiti per 4 miliardi di euro che la Regione ha già scritto nei suoi programmi triennali, e questo terrà sotto controllo i conti senza prevedere, salvo brutte sorprese dal Governo, di andare a ritoccare le tasse neanche per l’anno 2012
Il Giornale di Vicenza – 3 novembre 2011