La Cgil: «Brutto clima». La Cgia: «Doppio tributo». Comuni ridotti a meri sportellisti per l’esattoria statale, cittadini in cerca di un metro lasciato in fondo a qualche cassetto per misurare di tutta fretta camere e garage, contribuenti che dovranno comunque togliere dalla spesa di Natale qualche decina di euro non previsti.
Si chiama «maggiorazione statale Tares», la tariffa sui servizi indivisibili che si deve pagare interamente allo Stato (fissata nella misura standard di 0,30 centesimi a metro quadro), ed è il bollettino che in questi giorni viene recapitato nelle case dei veneti: a Treviso e Venezia la busta è stata già aperta da migliaia di cittadini, mentre a Verona e a Vicenza arriverà nei prossimi giorni.
Arrabbiatura solo rimandata, dunque. E considerato che la scadenza del 16 dicembre è dietro l’angolo, chi riceverà il bollettino più tardi sarà proprio chi si arrabbierà di più. «Stiamo ricevendo diverse segnalazioni sia per la tempistica che per la complessità della situazione – spiega Valter Rigobon, presidente dell’Adiconsum Veneto -. In molti, infatti, ricevono un modulo anche senza il calcolo dei metri quadri della propria casa. Il dato non è disponibile, dunque è il cittadino che deve calcolarselo. Come? Con il metro. Al catasto si avrebbero i documenti dopo giorni, a termini scaduti. Ecco perché chiediamo allo Stato una proroga dei pagamenti almeno fino al 31 dicembre. Chi sbaglia i calcoli, infatti, rischia di pagare il doppio, per non parlare dei casi di mora che avremo». Dati ufficiali non si danno, ma si stimano le prime cifre. Quattro milioni e mezzo di veneti, distribuiti in famiglie medie di tre persone, che vivono in appartamenti medi sui cento metri quadri, dunque con tassa sui 30 euro: si arriva così ad un gettito minimo regionale di 45 milioni (stando bassi). Pagano i cittadini, ma pagano anche i Comuni. Treviso, ad esempio, ha stanziato 45mila euro per spedire a ogni utenza il prestampato con indicata la superficie del locale e la maggiorazione Tares da pagare. «Abbiamo voluto almeno facilitare i cittadini fornendo loro tutte le informazioni necessarie – interviene l’assessore al bilancio Alessandra Gazzola -. Ai Comuni però spettano solo gli oneri della riscossione. È una richiesta dello Stato, non c’entra niente con l’imposta comunale sui rifiuti, nelle nostre casse non entrerà niente».
Giacomo Vendrame, segretario Cgil di Treviso, parla già di «disordine fiscale»: «Per i Caaf è una corsa contro tempi strettissimi, ci aspettiamo sempre più richieste. Il problema è che chi deve farci pagare le tasse è confuso e crea norme la cui applicazione è sempre più difficile. E i cittadini? Sono sempre loro che subiscono il caos. Con le lettere inviate dai Comuni se non altro la Tares è diventata una certezza, ma manca la chiarezza». Vendrame sottolinea proprio le modalità di comunicazione dal municipio: «I Comuni mettono le mani avanti, nella lettera che accompagna la richiesta di pagamento scrivono che non è colpa loro, che è lo Stato a chiederlo – continua -. Mi pare che così si crei un brutto clima. Hanno ragione a lamentarsi ma non possiamo essere schiavi degli slogan. Sembra un gioco che mette l’uno contro l’altro, ma mancano le soluzioni ed è di queste che abbiamo bisogno».
Agli sportelli dei sindacati, ieri non c’è stato grande afflusso: «Non vengono nemmeno a chiedere, devono ancora capire cosa succede e se cambierà di nuovo qualcosa – commenta Franco Lorenzon, segretario Cisl di Treviso e Belluno -. Fra i cittadini domina lo sconcerto». Una situazione stigmatizzata anche dalla Cgia di Mestre che parla di «rischio folle» che con la mini riscossione dicembrina la tassa si sdoppi: «La nuova Tares dovrebbe comprendere tutti i servizi dai rifiuti all’illuminazione – spiega il presidente Giuseppe Bortolussi – ma con questa maggiorazione dello Stato si rischia che ai cittadini ora si comincino a chiedere i soldi due volte». Lo stesso Bortolussi prevede una stangata col pacchetto Tares rispetto al 2012: «Per un capannone di 1.200 metri quadri l’aggravio sarà di 1.133 euro, dunque un aumento del 22,7 di costi. Per un negozio di 70 metri quadri, il costo aumenterà di 98 euro in più, dunque del 19,7 per cento. Per un’abitazione civile di 114 metri quadri, superficie media nazionale, l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro, salendo del 29,1 per cento».
Corriere del Veneto – 3 dicembre 2013