di Alda Vanzan. Dodici società, trenta poltrone, un costo annuo complessivo per indennità e gettoni di presenza che supera il mezzo milione di euro. È la “galassia” delle società partecipate dalla Regione Veneto, comprese quelle che, nonostante i buoni propositi, ancora non si è riusciti a chiudere. Ma va pure detto che sono società dai costi tutt’altro che spropositati, almeno per quanto riguarda le indennità degli amministratori.
Un esempio su tutti, Veneto Sviluppo: il braccio finanziario della Regione, cui è stato affidato il compito di far ripartire l’economia veneta sostenendo le aziende che hanno bisogno di credito, ha un presidente del consiglio di amministrazione che prende 2.700 euro al mese. Lordi.
Certo, a Palazzo Balbi continuano a ripetere che questa “galassia” sarà sfoltita, fatto sta che il processo di chiusura si sta profilando più lungo del previsto e ha pure creato tensioni tra la giunta e il consiglio. Lo si è visto, lo scorso autunno, con l’approvazione di una legge presentata da Costantino Toniolo (Ncd) che l’assessore Roberto Ciambetti (Lega) inizialmente aveva osteggiato sostenendo che confliggeva con il codice civile, salvo poi concordare una serie di modifiche. Rispetto al testo iniziale quella legge ha salvato la Rocca di Monselice, con la motivazione che gestisce beni immobiliari interamente di proprietà della Regione e che chiude i conti in attivo. Tra l’altro è anche l’unica spa a costo zero: il presidente Ferdinando Businaro avrebbe diritto a un gettone per seduta di 46,48 euro, ma da tempo ha rinunciato all’emolumento. Nell’elenco delle partecipazioni – l’ultimo aggiornamento è stato appena pubblicato sul Bur – compaiono altre spa che il consiglio regionale ha deciso di abolire, solo che evidentemente non bastano un segno di penna e nemmeno una votazione unanime, i tempi sono lunghi. Nell’elenco si ritrovano così l’Immobiliare Marco Polo srl (11 dipendenti e un amministratore unico che ha una indennità lorda di 25mila euro, oggetto sociale la gestione peraltro in perdita di Villa Contarini di Piazzola sul Brenta e il contratto di locazione di palazzo Torres-Rossini, dove hanno sede i gruppi del Consiglio regionale) e la Società Veneziana Edilizia Canalgrande (un capitale di oltre 15 milioni di euro, zero dipendenti, gestisce appoggiandosi a uno studio di commercialisti l’affitto di palazzo Gussoni al Tar di Venezia e Cà Nova alla stessa Regione Veneto; l’amministratore unico, Luigino Tremonti, ha una indennità annua lorda di 40.500 euro).
Nella tabella figurano le partecipazioni con i compensi agli amministratori. L’emolumento più alto lo si ritrova in Veneto Strade con i 144mila euro all’ad Silvano Vernizzi (che non è più segretario regionale alla Viabilità) e i 64.350 al presidente Roberto Turri. Poi la Cav che gestisce il Passante con i 45mila al presidente Tiziano Bembo e i 18mila al consigliere Fabio Cadel (da poco nominato anche vicepresidente di Finest con un compenso minimo di 18.750 euro che può arrivare a 30mila per eventuali deleghe). Zero compensi invece per i due consiglieri di Veneto Nanotech.
Gazzettino – 27 aprile 2014