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Veneto. Spesa pubblica, Unioncamere: «Stato sprecone, solo federalismo ci salverà»

Il rapporto annuale prende di mira la politica centralista: «Non sono le Regioni e gli enti locali a spendere male»

di Alda Vanzan

VENEZIA – Regioni sprecone? Enti locali che hanno aumentato la spesa pubblica? Comuni e Province che hanno contribuito a dilatare il debito del Paese? Nulla di tutto ciò, perché la “colpa” sta solo al centro. Lo dice Unioncamere del Veneto in un rapporto intitolato “Il federalismo in tempo di crisi” e presentato ieri a Venezia nella sede del consiglio regionale del Veneto.

Dallo studio, illustrato dal segretario generale di Unioncamere Gian Angelo Bellati e dal responsabile dell’area ricerche Serafino Pitingaro, emergono tre considerazioni: l’assoluzione delle Regioni dall’accusa di aver speso troppi (e male) soldi pubblici; la messa in stato d’accusa dello Stato centrale; l’ancora più esplicita critica all’ultimo Governo Monti – pur senza citarlo – per avere ulteriormente «svuotato» il federalismo, aumentato il centralismo, ecceduto in una tassazione che «rischia di bloccare il sistema economico». Un “endorsement” elettorale del sistema camerale veneto alle forze politiche che si oppongono a Monti & C? «Questi studi li facciamo fin dal 2007 – ha risposto Bellati – Il nostro obiettivo è quello di creare un terreno fertile per le nostre imprese. Quindi, se queste fotografie possono essere utili alle forze politiche, ben venga».

Il “viaggio nella spesa pubblica” realizzato dall’Osservatorio sul Federalismo di Unioncamere ha un punto di partenza: il federalismo è scomparso dall’agenda politica. Una volta era nei programmi di gran parte delle formazioni politiche, oggi è «additato come la ragione di tutti i mali del Paese». Accusa respinta al mittente: «Il federalismo non può essere accusato di nulla semplicemente perché non c’è». Per Unioncamere, però, dovrebbe esserci perché il centralismo, e ancor più il neocentralismo dell’ultimo anno, hanno solo peggiorato la situazione.

 

Unioncamere non parla del “federalismo a geometria variabile” tanto caro al governatore del Veneto Luca Zaia, ma il concetto è quello: «Occorre sperimentare la logica dell’uniformità e sperimentare forme di federalismo differenziato già contemplate dalla Costituzione. Secondo le stime della Regione – osserva Unioncamere – per l’economia del Veneto questa strada potrebbe avere un “effetto volano” (+9,2% del Pil)». Altra richiesta: «Serve un nuovo Patto di stabilità in modo da definire e ripartire gli obiettivi di finanza pubblica su base territoriale».

Uniocamere ha passato in rassegna le manovre di finanza pubblica varate tra il 2011 e il 2012 dimostrare che l’impianto federalista uscito dalla legge delega del 2009 è stato «stravolto» e che i tagli hanno colpito principalmente Regioni ed enti locali (quasi il 70%). Forse perché Regioni e Comuni e Province spendevano (e sprecavano) di più? No, dice Unioncamere, perché lo Stato centrale non è immune da sprechi ed inefficienze. Esempio: L’Italia ha 23 ministeri, record in Europa, più anche degli Usa (15). Lo Stato centrale ha pure aumentato i centri di costo: il ministero dell’Interno nel 2008 ne aveva 43, nel 2012 è passato a 137.

Altra “assoluzione” degli enti territoriali: «I dati – dice lo studio di Unioncamere – mostrano che le Regioni non hanno contribuito a generare debito pubblico, che invece è cresciuto in modo esponenziale dopo la riforma fiscale Visentini (1974) e i decreti Stammati (1977-78)». Bellati su questo punto è stato lapidario: «Sono le amministrazioni centrali le colpevoli della situazione che abbiamo oggi». Ergo, il federalismo deve essere attuato: «Gli studi di Uniocamere Veneto hanno dimostrato che i Paesi federali sono più efficienti dei Paesi unitari. Se ci adeguassimo agli standard tedeschi il risparmio potrebbe arrivare a 21 miliardi di euro». Idem, come ama ripetere il governatore, se l’Italia tutta si adeguasse ai parametri del Veneto: «Si potrebbero avere a livello nazionale risparmi per 27,8 miliardi di euro». Tra i tanti dati contenuti nello studio (il rapporto integrale sarà disponibile entro gennaio nel sito www.osservatoriofederalismo.eu, per ora c’è una sintesi), ce n’è uno che sicuramente fa riflettere: la “crisi mondiale” non sta investendo tutto il mondo. Nel 2013 gli unici Paesi che non vedranno la ripresa del Pil saranno l’Italia (-0,7%) e la Spagna (-1,3%).

Il Gazzettino – 15 gennaio 2013

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