Una maggioranza balcanizzata e un bilancio senz’anima. Il Partito Democratico del Veneto boccia il documento previsionale della Regione e propone sei misure per cambiare verso. Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd, spiega che «così come è stato impostato dalla giunta Zaia, questo bilancio preventivo è inefficace perché non risponde alle emergenze che sono letteralmente esplose nelle ultime settimane. Questo è un bilancio da riscrivere e il Pd lo vuole fare con misure decise».
Di un «bilancio brutto e senz’anima» parla Piero Ruzzante, vicepresidente della commissione Bilancio, che rileva come la Regione del Veneto risulti anche quest’anno all’ultimo posto nell’approvazione del documento contabile fondamentale. Le misure proposte dal Partito Democratico riguardano la difesa del territorio dai rischi idrogeologici (100 milioni di euro nel 2014 e 50 milioni l’anno per tre trienni), le ferrovie (20 milioni per la metropolitana di superficie e 10 milioni per il miglioramento dei servizi regionali), 20 milioni per l’impiego dei disoccupati nei lavori socialmente utili, 15 mila euro l’anno per due anni alle aziende venete che assumono un neo laureato per innovazione e internazionalizzazione di prodotti, 100 milioni per il nuovo polo ospedaliero di Padova (e 50 milioni l’anno per i successivi dieci anni) e infine l’incremento a 14 milioni del fondo per la non autosufficienza. Secondo il Pd regionale il bilancio è stato concepito come una «torta» per accontentare i singoli assessori, in una logica di «marchette» e non di visione e strategia generale. «Le nostre priorità sono quelle della difesa del territorio e del trasporto ferroviario», sottolinea il capogruppo Lucio Tiozzo, «vanno concentrate le risorse nella sicurezza del suolo e nella metropolitana di superficie. Inutile continuare a disperdere le energie in mille rivoli. Da quando la Lega Nord e il Popolo della Libertà si sono spaccati, abbiamo a che fare con due gruppi distinti del Carroccio (i consiglieri Santino Bozza, Sandro Sandri e Giovanni Furlanetto, eletti con la Lega, fanno parte ora del gruppo Misto, ndr) e addirittura tre dell’ex Pdl (Forza Italia, Pdl-Forza Italia per il Veneto e Nuovo centrodestra). In questo modo è davvero difficile avere una visione strategica». «Mi avevano detto», rincara Ruzzante, «che l’assenteista principe era Galan. Ma il presidente Zaia viene in aula ancora meno, solo quando c’è da discutere dell’indipendenza del Veneto. Facciamo appello a Zaia perché questo bilancio venga riscritto e sostenga il Veneto del futuro».
Il Mattino di Padova – 18 febbraio 2014