Alta tensione, in questi giorni, tra Ca’Farsetti e Palazzo Balbi, sulla linea telefonica tra il sindaco Orsoni e l’assessore regionale Coletto. Colpa delle schede sanitarie che dovranno definire la dotazione di posti letto, reparti, distretti Asl per Asl del Veneto e che pendono minacciose, ma ancora “segrete”.
Finora sono state presentate solo agli assessori regionali e le voci per Venezia, parlano di un centinaio di tagli di posti letto e di 10 primariati. Fosse vero, alla faccia del piano socio sanitario che riconosce il Civile come ospedale di rete. «Chi ha visto quelle schede ha trovato un centinaio di posti in meno», osserva il capogruppo pd Claudio Borghello, «so che il sindaco ha subito chiesto chiarimenti e protestato con l’assessore Coletto. Serve trasparenza nelle scelte di programmazione sanitaria e i Comuni vanno coinvolti, senza sotterfugi». «Io non litigo mai», si schernisce il sindaco Orsoni, ma c’è chi lo descrive furioso per la mancanza di informazioni. Stando ai “si dice”, l’assessore alla Sanità Coletto avrebbe promesso che si tratta solo di un numero generico, e che si dovrebbe scendere a un taglio di 70 posti. Ieri, il direttore generale Padoan – in scadenza a dicembre – al sindaco ha parlato di un probabile taglio finale di una trentina di posti letto, ma non si sa di quali servizi. «Le ultime voci interne tutte da verificare», riporta Mirko Ferrarese della Cgil, «parlano di un possibile accorpamento tra Malattie infettive e Reumatologia. Quel che è certo è che è tutto paralizzato nel “semestre bianco” della scadenza delle nomine». Ieri, il Pd ha organizzato un incontro sul futuro della sanità veneziana, in sala San Leonardo, con la parlamentare Delia Murer e il consigliere regionale Pigozzo. «L’emergenza è ancor più aggravata dalla mancanza di trasparenza nella programmazione da parte della Regione», commenta il responsabile Sanità del Pd, Gabriele Scaramuzza, «va garantito quanto previsto dal piano socio sanitario, come pure la copertura dei primariati vacanti, per Mestre e Venezia. Le strutture private accreditate come Villa Salus e Policlinico San Marco devono integrare l’offerta che non può dare l’Angelo, ospedale hub specializzato, senza concorrenzialità, non essere chiuse».
La Nuova Venezia – 4 novembre 2012