Monteforte. Un sessantenne teneva i suoi cani chiusi da mesi in un deposito semibuio in mezzo ai loro escrementi. Scoperti dai Vigili, denunciato il proprietario Gli animali attendono ora un nuovo padrone Per adottarli si può contattare la Polizia municipale
Sette cuccioli da salvare: sono quelli che gli agenti della Polizia locale di Monteforte hanno trovato nel canile «lager» di un sessantenne montefortiano. Cinque Breton, tra i quali tre cuccioli di circa sei mesi, e due meticci, da mesi vivevano tra i loro escrementi in una stanza semibuia di un immobile adibito a deposito. Il pubblico ministero Francesco Rombaldoni, che ha aperto un fascicolo sul fatto, ha disposto il collocamento temporaneo degli animali ad Oppeano, negli spazi dell’associazione San Francesco. I cani, però, sono in cerca di padrone: chi volesse dare la propria disponibilità all’affido preadottivo (perché l’adozione vera e propria sarà possibile solo al termine della vicenda in tribunale e con la confisca degli animali al proprietario) può contattare la Polizia locale di Monteforte al numero 045.6137321 che avvierà la pratica con Pm per la modifica della custodia. Tutto è partito dalla segnalazione di una vicina di casa di S.D., il sessantenne poi denunciato per maltrattamento di animali. La donna da mesi sentiva costantemente latrare i cani ma non li aveva mai visti. Il comando montefortiano si è allertato subito: «Prima abbiamo fatto degli appostamenti e poi, di prima mattina, ci siamo presentati dall’uomo. Siamo stati accolti dall’abbaiare dei cani che proveniva da un piccolo immobile prospiciente l’abitazione. Abbiamo chiesto spiegazioni», racconta il comadante Giovanni Labianca, «ma l’uomo tergiversava. A furia di insistenze siamo riusciti a convincerlo e ci siamo spostati al casotto di fronte a casa. Ha aperto appena appena la porta, per non far scappare i cani, e tanto è bastato per capire che come minimo ce n’erano cinque e che erano in condizioni disastrose dato il tanfo che usciva da lì. I cani sembravano impazziti dalla paura, e solo più tardi abbiamo capito il perché». L’uomo, secondo il racconto degli agenti, avrebbe richiuso bruscamente la porta e se ne sarebbe andato rimbrottando perché, a suo dire, quella mattina la visita dei vigili gli aveva fatto perdere anche troppo tempo. Un congedo brusco, visto che la Polizia locale si riserva di procedere anche per resistenza. «Una pattuglia è rimasta allora a presidiare lo stabile mentre dal comando abbiamo informato subito il pm di turno. Nemmeno due ore dopo avevamo in mano il decreto di perquisizione e di sequesto. Abbiamo chiamato l’uomo e non appena è tornato siamo entrati». Quel che hanno trovato i vigili lo raccontano inequivocabilmente le fotografie dell’intervento: il pavimento non c’era più, coperto da centimetri e centimetri di escrementi e urine degli animali che di fatto vivevano, mangiavano e dormivano sui loro rifiuti. La disperazione dei cani, rinchiusi in una quindicina di metri quadrati, li aveva portati a ricavarsi un varco in una porta creando dunque il collegamento con una stanza attigua e guadagnando, alla fine, una trentina di metri quadrati complessivi. I locali erano scarsamente illuminati, le ciotole in fila contenevano anche escrementi e gli animali, come ha ricoscontrato il veterinario dell’Ulss 20 di Colognola ai Colli, avevano unghie lunghissime, «segno inequivocabile che da quel luogo non uscivano da chissà quanto tempo». A sentire la Polizia locale, «S.D. non avrebbe in alcun modo giustificato la presenza degli animali in quelle condizioni. In passato era cacciatore, ma la presenza di tre femmine ci fa pensare che possano essere state utilizzate come fattrici». I cani, tutto sommato, sono stati trovati in buone condizioni anche se privi di chip e mai sottoposti a vaccinazione. L’uomo, ora, rischia la reclusione da tre mesi ad un anno o la multa da mila a 15 mila euro oltre, ovviamente, alla confisca degli animali.
L’Arena – 11 novembre 2012