Nuova inchiesta per l’ex comandante Gdf di Arzignano. La procura ha di recente chiuso le indagini a carico dell’ex luogotenente Giovine che ha patteggiato per aver incassato mazzette fino alla fine del 2008
Anche i guadagni che arrivano da attività illecite vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi. Non è una follia, è l’articolo 5 della legge 74 del 2000 contro l’evasione fiscale. E a risponderne, per la prima volta dopo tanti anni a Vicenza, sarà probabilmente chiamato Luigi Giovine, 66 anni, di Vicenza, già comandante della guardia di finanza di Arzignano. La procura ha infatti chiuso le indagini sul suo conto e starebbe per citarlo a giudizio in tribunale.
L’IMPUTATO. La vicenda di Giovine è nota. Per molti anni comandante della tenenza delle fiamme gialle, fu arrestato alla fine del 2009 dai suoi stessi colleghi del nucleo di polizia tributaria nell’ambito dell’operazione Reset. Quindi ha patteggiato complessivamente 4 anni e mezzo di reclusione per vari reati, fra cui concussione e corruzione. Era accusato di aver intascato per qualche anno delle tangenti, anche attraverso l’amico faccendiere Andrea Ghiotto, per evitare o ammorbidire le verifiche fiscali nelle concerie e nelle altre ditte della vallata del Chiampo. Dopo essere stato in carcere in Campania, gli sono stati concessi i domiciliari a Vicenza per scontare la pena.
LA LEGGE. Il legislatore, nel 1993, dopo il terremoto di Tangentopoli, aveva introdotto la norma che impone di dichiarare al fisco ogni introito, anche illecito. È quanto contesta la procura a Giovine: poichè ha patteggiato per aver ricevuto mazzette per almeno 250 mila euro fino al 2008, avrebbe dovuto inserire quella cifra nella dichiarazione del 2009. Non facendo menzione delle mazzette, avrebbe evaso l’Irpef per poco più di 107 mila euro.
Il Giornale di Vicenza – 13 maggio 2013