Nuova reazione al presidente della commissione Sanità che parla di strutture trappola e da tagliare. L’assessore regionale replica alle parole di Padrin «Pensi a Padova perché qui non ci sono problemi» Intanto il cantiere prosegue in anticipo sui tempi
Nella bufera innescata dal presidente della commissione Sanità veneta Leonardo Padrin (Pdl) sui tagli ospedalieri, si è inserito l’assessore regionale Luca Coletto (Lega nord): «Il Magalini si farà». Lapidario e seccato, per la querelle sorta nei giorni scorsi, Coletto ribatte a Padrin: «Pensi a Padova, che a Villafranca non ci sono problemi. Il Magalini è in buono stato di avanzamento e sopratutto è finanziato. Il Governo ha nominato un commissario straordinario per la ricostruzione e ha accantonato il denaro, già a disposizione per completare il progetto». Alcuni giorni fa, il padovano Padrin, in visita a Vicenza, aveva parlato dei tagli alla sanità previsti dalla legge sulla revisione delle spese, alla luce della quale, ha riferito, in Veneto dovranno andarsene duemila posti letto. Cinquecento di questi sono a Verona, dove vi sarebbe, a detta di Padrin, l’esubero maggiore. Poi si è inoltrato sulla questione dei ritardi nella compilazione delle schede ospedaliere. Al giornalista del Giornale di Vicenza che ricordava da un lato la necessità di stilarle per «tagliare i rami secchi» e dall’altro i molti Comuni che stanno andando a elezione, Padrin ha risposto con frasi sibilline che hanno scatenato le preoccupazioni sul Magalini: «Ad esempio a Villafranca si vota fra sei mesi. Io dico che è il momento di operare scelte radicali. La sanità non può più essere piegata agli interessi politici. Bisogna chiudere per sempre con questa logica di fare marchette per sperare di comprare più voti». Poi il riferimento ai piccoli ospedali. «Sono trappole. Costano di più e offrono di meno. È sempre stato difficile tagliarli perché fanno lobby a sindaci, sindacati, portatori di consenso». Ce n’era abbastanza per impensierire il Pdl locale e per qualche polemica politica a Villafranca. Mentre Paolo Cerioni, presidente della commissione Ospedale, ha accusato il sindaco Mario Faccioli di latitanza. Quest’ultimo ha attaccato Padrin, invitandolo a visitare il Villafranchese per coglierne le esigenze e soprattutto i disservizi ai quali è soggetto da anni, per l’incendio del Magalini. Il Carroccio, infine, strenuo difensore dell’ospedale di Villafranca, ha assicurato la stretta collaborazione con l’assessore regionale alla sanità Coletto, che è sceso in campo per difendere la programmazione sanitaria locale. «Se qualcuno pensa di bloccarla per deviare finanziamenti altrove, pensa male», ha detto Coletto sintetico riferendosi a Padrin. Perché ritiene che quest’ultimo abbia progetti da difendere e su cui dirottare i fondi? «Mi auguro di no. Deviare il finanziamento villafranchese altrove significa perderlo. È destinato al Magalini e sarà investito solo lì. Qualsiasi altro pensiero è da allontanare. Il polo andrà avanti, sarà ultimato e aprirà i battenti. Questo è fuori di dubbio. Si deve pensare ad amministrare e non a tagliare progetti già finanziati dal Governo». Coletto ha poi concluso con una panoramica sulla situazione sanitaria veneta: «Nonostante la crisi e la revisione delle spese, chiudiamo in attivo e senza tagliare servizi». Attualmente il cantiere del Magalini è aperto. Sulla tabella di marcia i lavori sono in anticipo di una settimana e dovrebbero concludersi in capo a 850 giorni, con un impegno di spesa di oltre 23 milioni di euro. In queste settimane è stato ultimato lo scavo e si è proceduto al primo getto. Sono in corso i lavori per la realizzazione del seminterrato e delle centrali.