«Partiamo dagli attuali 115 miliardi del Fondo Sanitario del 2017, ma sto lavorando per ottenere di più. Sono certa ci sia spazio per avere più risorse. Non amo dare i numeri e non voglio dire a quanto puntiamo». Giulia Grillo, ministro della Salute, si accarezza il pancione, si sistema sulla poltrona per assecondare i movimenti del suo Geremia, in arrivo a novembre. Quando dalla Finanziaria passa al suo futuro di mamma cambia espressione, gli occhi che brillano: «Avrei voluto godermi la maternità e invece…», indica le carte da firmare impilate sulla scrivania.
Davvero pensa ci sia spazio per la sanità, visti i rapporti dei 5 Stelle col ministro dell’Economia Giovanni Tria?
«Non sono preoccupata. Si tratta di normali dialettiche, succede in tutte le Finanziarie. Noi abbiamo una visione e cerchiamo di farla passare. Credo riusciremo a trovare una sintesi. Per quanto riguarda il servizio sanitario pubblico, sta a cuore a tutti».
Che significa? Ha avuto rassicurazioni personali?
«Ho ricevuto dal ministero dell’Economia la disponibilità di valutare le richieste di un ministero troppo duramente colpito negli anni passati. Ne ho parlato con Tria, il premier Giuseppe Conte e il presidente Sergio Mattarella, c’è da parte del governo molta sensibilità. Col ministro ho rapporti molto buoni».
Cosa altro c’è da tagliare?
«C’è molto spazio per risparmiare sulla farmaceutica. Non è detto che si debbano attuare tagli in un anno. Comunque contiamo sulla ricontrattazione con le aziende dei prezzi all’interno del prontuario farmaceutico, programma attuato in parte dall’ex direttore dell’agenzia del farmaco, Luca Pani. Non significa fare la guerra a big pharma. Il problema è che è mancato finora il governo della spesa ospedaliera. È qui che si è avuta l’esplosione soprattutto nell’oncologia, 30 miliardi di spesa tra pubblico e privato».
Ticket, tutti i governi avrebbero voluto abolirli, senza successo. E lei?
«Vorremmo arrivare all’abolizione concreta del superticket prevedendo un’adeguata copertura che prima mancava. Poi via al ticket sui farmaci per le fasce più bisognose e gli anziani. Mi piacerebbe farlo già in questa finanziaria, però abbiamo 5 anni di tempo».
Il governo Lega-5 Stelle durerà tanto?
«L’unico motivo per cui non me lo auguro è per godermi mio figlio che nascerà a Roma e non a Catania proprio per non allontanarmi. Prevedendo che il governo avrà vita lunga ho preso una casa accanto al ministero in modo che quando nascerà potrò averlo vicino e allattarlo al seno o addirittura portarlo con me ogni volta che potrò. Se serve, userò il tiralatte. Credo nell’allattamento al seno e dico, se potete fatelo, in caso contrario non bisogna colpevolizzarsi».
Come sta vivendo la gravidanza?
«Da gestante ho fatto tutte le cose per bene. Ho smesso di fumare, bere alcolici e mangiare dolci di cui vado matta. Qualche biscotto solo la mattina a colazione. Sono ingrassata 14 chili che non è poco per una alta uno e sessanta. Faticoso, sì. Ho fatto il richiamo della vaccinazione antitetano e pertosse. Da 11 anni col mio compagno cercavamo di avere un bambino. Arriva a 43 anni, quando avevamo perso la speranza. Temevo la menopausa invece sono rimasta incinta. Alla fecondazione artificiale non abbiamo mai pensato anche se non sono contraria e come potrei, da laica? Però credo nel destino e nella volontà di Dio. Se deve arrivare, arriva quando meno te lo aspetti. A mio modo sono religiosa. Da gestante ho studiato e capito tante cose che non sapevo eppure sono medico. La donna deve essere consapevole che la fertilità a un certo punto della vita finisce e che se lo desidera e può avere un bimbo non deve aspettare le calende greche. Per questo il 22 settembre celebrerò la Giornata della salute riproduttiva. La fertilità non è per sempre e la donna deve essere messa nelle condizioni di usarla grazie ad aiuti sociali. Serve un piano per la famiglia».
Lei ha dichiarato che vaccinerà suo figlio. È ancora convinta sulla flessibilità?
«Quelli contro il morbillo e la rosolia devono restare obbligatori e vorrei lo diventassero anche per gli operatori sanitari. Gli adulti non vaccinati sono un pericolo. Vogliamo superare la legge Lorenzin sull’obbligo col disegno di legge ora presentato in Parlamento. Quella legge è stata utile e ha indotto tanti genitori a vaccinare in quanto è servita a sollevare il dibattito. Segno che la gente ha bisogno di informazione. Pensiamo a uno strumento flessibile che consenta a Comuni e Regioni di intervenire localmente con l’obbligo,sempre in accordo col ministero».
CORRIERE DELLA SERA