Marco Zatterin. Non solo migranti mal registrati. Oggi, per l’Italia, arriva anche una procedura di infrazione per colpa della xylella fastidiosa e la difesa degli ulivi che, per la Commissione Ue, procede a singhiozzo, dunque male. Nonostante gli sforzi del ministro Martina, che ancora a metà ottobre si è speso personalmente per evitare la messa sotto scacco, l’esecutivo comunitario spedirà oggi al governo Renzi una lettera di messa in mora.
L’accusa è di non aver attuato compiutamente il piano di abbattimento delle piante contaminate (o a rischio) in certe aree della Puglia, strategia decisa per evitare il diffondersi del batterio presunto killer degli alberi. «Gli impegni presi erano precisi – rivela una fonte europea -. Non resta che l’avvio di un’inchiesta formale».
La decisione, secondo quanto risulta a La Stampa, è stata comunicata all’Italia lunedì e sarà formalizzata in mattinata a Bruxelles, insieme con la procedura d’infrazione per l’incorretta e insufficiente identificazione dei profughi che sbarcano in Italia. Due brutte storie al prezzo di due, questa volta. Ma quella relativa alla xylella ha la triste dote di riassumere meglio alcune delle meno nobili caratteristiche del sistema italiano, dall’amministrazione farraginosa alle dispute della politica locale, dall’incertezza di certe valutazioni scientifiche all’intrecciarsi delle delibere di tribunali di differente grado.
Il dato pratico è che la scorsa estate il Comitato fitosanitario permanente Ue ha presentato alcune richieste a Roma che le ha accettate, portando alla conseguente decadenza della procedura pre-infrazione già avviata da Bruxelles («pilot»). Fra le altre cose, le misure invocate comprendevano l’abbattimento e distruzione di tutti gli ulivi infetti in una fascia larga 20 chilometri nella provincia di Lecce, a ridosso delle province di Brindisi e Taranto; di quelli individuati nei focolai fuori dalla provincia di Lecce; e, in quest’ultimo caso, anche delle piante potenziali ospiti della xylella in un raggio di 100 metri attorno a ogni albero infetto. L’intesa prevedeva che dall’Italia partissero periodiche dichiarazioni sullo stato dei «lavori». Tutto è andato bene sino a che le comunicazioni hanno preso a non arrivare e il dialogo s’è interrotto. Davanti al vuoto, Bruxelles ha optato per la messa in mora con una lettera datata 22 ottobre. Il ministro Martina è corso ai ripari. Ha contattato il commissario Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis, assicurandolo che per il Piano Silletti (dal comandante della Forestale, Giuseppe Silletti, nume straordinario per l’emergenza Xylella) non c’erano problemi. Il lituano s’è fidato e ha sospeso l’invio.
Il problema è che le comunicazioni sull’attuazione degli abbattimenti hanno continuato a non arrivare regolarmente, in un contesto reso caotico da pronunciamenti contradditori del Tar del Lazio, pareri scientifici discordanti e proteste degli attivisti in difesa degli ulivi. La Commissione deve garantire il rispetto delle regole che gli Stati si sono date a Bruxelles. Le sue decisioni sono un atto dovuto, così niente tagli significa niente promozione. Il risultato è che incassiamo l’ennesima messa in mora, il 92° contenzioso Ue, fastidioso come la xylella.
La Stampa – 10 dicembre 2015