E’ questa la cifra che si sarebbe potuta risparmiare in Italia adottando ovunque il “modello Veneto”. Ne è convinto il governatiore Zaia che, rivolgendosi a Monti, dice: “Avremmo potuto fare a meno di sanguinose spending review, potendo puntare addirittura ad un avanzo di bilancio”.
“Se il governo Monti avesse, banalmente, applicato con umiltà il metodo Veneto di buona amministrazione avrebbe posto le basi per un risparmio complessivo di ben 28 miliardi sulla spesa pubblica. Il Veneto infatti è la regione, come testimoniano anche i recenti report di autorevoli istituti econometrici, con la spesa pubblica per cittadino più bassa d’Italia”. Questo il commento del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in merito ai tagli alla sanità programmati dal governo Monti per i prossimi anni.
“Se invece di inventarsi spending review sanguinose che toccano sul vivo le fasce più deboli della popolazione, il governo avesse, per esempio, applicato il modello veneto di sanità, potrebbe puntare ad avere addirittura un avanzo di bilancio – ha constatato Zaia – il Veneto, insomma, non partecipa neppure con un euro al disavanzo sanitario della sanità e punta a mantenere il pareggio di bilancio pur senza rinunciare all’eccellenza nel servizio. Una recente ricerca in materia di sprechi in sanità dice che in Italia ci sono 13 miliardi di sprechi. È su questi aggregati che occorre intervenire, non con tagli orizzontali che colpiscono virtuosi e non virtuosi”.
“Certo – ha concluso il governatore – questo percorso postula alcuni principi fermi: per esempio selezionare, come abbiamo fatto in Veneto, i direttori generali sul mercato guardando esclusivamente al curriculum e non alle tessere politiche, responsabilizzarli e lasciarli lavorare su forniture e prestazioni chiedendo loro il meglio e non il compromesso. Continuando a pagare una siringa 6 centesimi contro i 25 euro di altre regioni, e un pasto 6,5 euro contro i 50 euro di altre realtà”.
21 gennaio 2013