«Ho appreso la notizia dai giornali e sono sorpreso per quello che sta accadendo al mio successore, l’assessore Luca Coletto. Certo, così si delegittima il suo ruolo, ma io non credo sia frutto di un duello Tosi-Zaia». Così Sandro Sandri (Lega Nord) oggi consigliere regionale e predecessore di Coletto al referato della Sanità, commenta quanto sta accadendo a Palazzo Balbi. Proprio in quelle stanze è stata decisa e votata la delibera di giunta per creare la «cabina di regia» necessaria – recita il testo del documento, – per «adempiere in modo sollecito, articolato e organico» a quanto imposto dalla spending review e dal Piano sociosanitario. Ora Sandri afferma: «Non si può negare che si è di fronte ad una sorta, comunque, di delegittimazione dell’assessore, nonostante si minimizzi da più parti»
«Conosco dall’interno il funzionamento della macchina regionale e posso dire che se deve esserci una cabina di regia, non è necessaria una delibera – spiega Sandri -. Anch’io, quando ero assessore, avevo un gruppo di lavoro: c’era un segretario, i tecnici e altri soggetti vicini al governatore. In tal modo si cercava di avere quel confronto preventivo per arrivare in giunta con una certa condivisione dei documenti e dei progetti. Cosa voglio dire? Che anch’io – spiega Sandri – avevo una cabina di regia, ma non c’era stato bisogno di ufficilizzarne la creazione con una delibera, di rendere la cosa così palese, come fatto ora. Qui, dunque, non si può negare che si è di fronte ad una sorta, comunque, di delegittimazione dell’assessore, nonostante si minimizzi da più parti».
Insomma, lavorare in gruppo è sano, verificare il lavoro dei propri assessori è legittimo, metterlo nero su bianco (in assenza del diretto interessato) è quanto meno sospetto. «Sono perplesso e anche secondo me c’è qualcosa che bolle in pentola – prosegue Sandri -: anche su questioni come il riparto delle Usl non c’è bisogno di una cabina di regia o di gruppi di lavoro particolarmente elaborati». L’ex assessore alla sanità, però, esclude lotte interne ai vertici del Carroccio veneto.
«Un duello fra Zaia e Tosi? Per me non è così, è una dietrologia che non condivido e che si può lasciare ai rappresentanti dell’opposizione – contestualizza il consigliere della Lega Nord -. Io conosco bene sia il presidente della Regione che il sindaco di Verona: sono due persone troppo intelligenti per farsi la guerra. Ma soprattutto per farsela ora e con questi mezzi. Sono entrambi due cavalli di razza, ma con due ruoli diversi e al momento impegnati tutti e due a far risalire i consensi della Lega Nord in Veneto. Rifiuto questa lettura dei fatti, per me è inconcepibile». Sandri, però, al tempo stesso avverte: «Certamente, dopo quanto accaduto a Coletto, c’è qualcosa da chiarire, ora, sia all’interno della giunta regionale che nel partito. E sono anche convinto che questa scelta potrebbe avere delle ripercussioni politiche e psicologiche per chi vi è coinvolto».
Una ripercussione, a dire il vero, pare già esserci stata. Sembra infatti che ieri, di buon mattino, Zaia sia stato protagonista di un’inusuale (per lui) sfuriata, ai danni di Coletto, del segretario della Sanità Domenico Mantoan e dell’intera struttura: «La cabina di regia voleva essere solo un modo per aiutarvi – sarebbe sbottato – Adesso vi arrangiate e se per fine anno non ci saranno i risultati, vi mando a casa tutti».
Corriere del Veneto – 22 settembre 2012