Il “decretone Balduzzi” che corre verso un possibile voto di fiducia. La legge di stabilità sotto tiro ancora prima di approdare in Parlamento. L’autunno si annuncia una polveriera per il pianeta sanità. Anche se il ministro della Salute, che è riuscito a far dimezzare i nuovi tagli, nega qualsiasi rischio di «insostenibilità» per il sistema sanitario pubblico, come invece affermano in coro Regioni, sindacati e imprese. Proprio dal nuovo testo della legge di stabilità arrivano intanto altre novità. Confermate le nuove cifre dei tagli: 600 milioni nel 2013, 1 miliardo a regime a partire dal 2014. La scure colpirà nel 2013 i contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi, che dovranno essere ridotti del 10 per cento.
Poi interesserà il tetto di spesa per l’acquisto dei dispositivi medici: nel 2013 sarà pari al 4,8% del fondo sanitario, mentre nel 2014 scenderà ancora al 4,4 per cento.
«Penso che la misura del concorso del comparto sanitario alla legge di stabilità, sia una misura sostenibile», ha ribadito ieri Balduzzi. Il Ssn terrà, assicura insomma il ministro: «Mi auguro che le Regioni apprezzino lo sforzo fatto dal Consiglio dei ministri».
Ma i governatori sono convinti del contrario e considerano ingestibile il Ssn dopo i colpi assestati a ripetizione dalla manovra 2011 di Tremonti, da quella di dicembre di Monti, poi dalla spending review e adesso dalla legge di stabilità. Il «Patto per la salute», a questo punto, rischia di finire in un labirinto: dovrebbe essere sottoscritto entro metà novembre, ma il Governo potrebbe procedere d’autorità.
Sulla stessa onda di lunghezza dei governatori, almeno per quanto riguarda i tagli di spesa, stanno anche i sindacati, che pure non remano mai in direzione delle Regioni, anzi. «L’incremento del definanziamento fa calare la notte sulla sanità pubblica, alla quale evidentemente è dedicata l’operazione “cieli bui”. Rischiamo il tracollo del sistema del Welfare», afferma Costantino Troise, segretario nazionale del principale sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao. Una nota di ironia verso le Regioni usano invece i radiologi del Snr: chiedono che nella riforma del titolo V della Costituzione anche la sanità diventi di competenza esclusiva dello Stato. In poche parole: bene che le Regioni battano cassa, male che amministrino.
In attesa che la legge di stabilità sbarchi in Parlamento, entra intanto nel vivo alla Camera il “decretone Balduzzi”. Oggi la commissione Affari sociali dovrebbe concludere l’esame in sede referente per l’avvio della discussione in aula da lunedì. Manca però ancora il parere della commissione Bilancio, che su giochi e scommesse potrebbe mettersi di traverso per ragioni di cassa. Ieri una bocciatura è arrivata dalla commissione Attività produttive, che chiede di riportare al 12% (dal 20%) la percentuale di frutta presente nelle bevande: si bloccherebbe la catena di produzione industriale, afferma. Per il decretone (16 articoli) i tempi si fanno stretti e il rischio del tritacarne degli emendamenti è a portata di mano. Non a caso cominciano a girare voci di un voto di fiducia. Balduzzi frena, ma insieme mette in guardia: «La fiducia? Bisognerà vedere gli emendamenti che saranno presentati in aula. Adesso non è possibile fare una previsione».
Roberto Turno – Il Sole 24 Ore – 12 ottobre 2012
Ddl stabilità: ecco l’articolo sulla sanità corretto
Non sono più circa 3 miliardi in due anni – 2013-2014 – ma “solo” 1,6 i tagli che il Ddl stabilità prevede per il settore sanitario. E che si concentrano tutti sulla riduzione degli importi per i contratti in essere per beni e servizi e su quella del tetto per i dispositivi medici.
Ma è su questi ultimi che si è allegerita la mano del Governo. Inizialmente l’abbassamento del tetto per l’acquisto di biomedicali era al 4% per il 2013 e al 3,9% per il 2014. Una batosta per le imprese che valeva circa 960 milioni nel 2013 e 970 nel 2014.
Il verdetto finale invece nel te4sto licenziato da Palazzo Chigi prevede che l’asticella del etto 2013 si fermi al 4,8% (era 4,9) e quella per il 2014 sia al 4,4% (era al 4,8%). In sostanza è li che vengono meno gli 1,4 miliardi rispetto alla cifra prevista nel testo di ingresso al Consilgio dei ministri, ben 1,2 miliardi in meno di aggravio per le imprese di settore.
Decretone: otto pareri favorevoli
(con tante condizioni) e una bocciatura nei pareri delle commissioni parlamentari
Decretone Balduzzi, si parla già di fiducia alla Camera, viste l’eterogeneità dei giudizi delle commissioni nei pareri consultivi e la voglia già annunciata anche da molti membri della commissione Affari sociali di proseguire con l’aggiunta di regole e norme al testo nel dibattito in aula.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi getta acqua sul fuoco: «È troppo presto per parlare di fiducia sul decreto sanità. Occorre aspettare per valutare. Deve finire il procedimento nella commissione Affari sociali della Camera e poi bisognerà vedere gli emendamenti che saranno presentati per l’Aula. Adesso non è possibile fare una previsione»,
E già oggi la Affari sociali dovrebbe dare il via libera per l’aula al provvedimento dopo aver raccolto i pareri, non vincolanti, delle varie commissioni, eccezion fatta per quello della commissione Bilancio, l’unico effettivamente vincolante, che è previsto direttamente lunedì in aula.
Ieri infatti tutte le commissioni di merito hanno dato il loro parere alla commissione Affari sociali. Manca all’appello solo la Bilancio, che ha motivato lo stand by con l’attesa della relazione tecnica sul decreto. Ed proprio questo il parere che di più preoccupa dal punto di vista delle compatibilità economiche (specie per il capitolo sui giochi) delle nuove norme inserite nel decreto.
I pareri dati ieri sono stati tutti favorevoli, ma con molte condizioni e raccomandazioni. E si va dall’argomento comune a molte commissioni della necessità di rivedere la norma sulla percentuale di frutta nelle bevande alla richiesta di un cambio di impostazione per l’articolo sulla colpa grave dei medici percvhé il medico che segue le linee guida non deve rispondere penalmente per colpa lieve, fermo restando però l’obbligo di risarcimento in sede civile.
Unica bocciatura secca quella della commissione Attività produttive, che ha dato parere contrario e chiede di riportare al 12% (dal 20%) la percentuale di frutta presente nelle bevande: si bloccherebbe la catena di produzione industriale, afferma la commissione.
Le condizioni della commissione Affari costituzionali riguardano il conflitto di competenze con le Regioni sul divieto di procedere alla copertura di posti vacanti prima di aver completato i procedimenti di ricollocazione dei precari; l’eccesso di dettaglio di competenze per la prevista Unità di risk management; la necessità di indicare le ragioni per cui, con le modifiche alla disciplina previdenziale, si crea una disparità di trattamento tra i lavoratori dipendenti (i dirigenti possono andare in pensione a 70 anni, gli altri no), anche in deroga alle norme previdenziali. Poi una raffica di riformulazioni che la commissione chiede all’articolo sulla governance per evitare un eccesso di dettaglio, su queste materie: requisiti per l’accesso all’incarico di direttore generale e sulle modalità di valutazione di tali requisiti; procedure per la verifica dei dirigenti medici e sanitari; nuova disciplina per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa e di responsabile di struttura semplice; composizione e le competenze del collegio di direzione. Praticamente quasi tutte le novità introdotte dagli emendamenti della Affari sociali. Ancora la commissione Affari costituzionali chiede di rivedere la previsione di una riserva di posti «non superiore al 50 per cento dei posti messi a concorso» alla luce della giurisprudenza costituzionale fondata sul rispetto dell’articolo 97 della Costituzione (quello sui doveri di imparzialità delle pubbliche amministrazioni) e di verificare la compatibilità della previsione della possibilità di disporre la sospensione di procedure esecutive in caso di soggetto affetto da ludopatia con il principio di ragionevolezza «anche alla luce delle garanzie costituzionali relative al diritto di azione in giudizio».
Condizioni anche dalla commissione Giustizia. La prima è la riscrittura della depenalizzazione della colpa lieve in questo modo: «l’esercente della professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve. In ogni caso, rimane fermo l’obbligo di cui all’articolo 2043 del codice civile». Poi la commissione chiede che alle norme sul divieto di vendere alcol ai minori siano subito premesse le parole «salvo che il fatto non costituisca reato» e che a quelle sui controlli sui distributori automatici sia cancellata la previsione di un possibile controllo da parte di personale incaricato. Altra richiesta è di un inasprimento delle sanzioni per chi vende alcol ai minori inserendo questo capoverso: «Se il fatto di cui al primo comma (vendita di alcol ai minori, ndr.) è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 1000 a 25000 euro con la sospensione per tre mesi dell’attività». Infine la commissione Giustizia chiede la soppressione della possibilità di sospendere procedure esecutive verso chi è affetto da ludopatia.
Solo osservazioni da parte della commissione Ambiente e una condizione da quella Agricoltura che rafforza la bocciatura della Attività produttive: che sia soppresso il comma dell’articolo 8 sull’aumento della percentuale di frutta nelle bevande e il divieto di utilizzo di concentrati o liofilizzati.
Analoga richiesta anche dalla commissione Politiche europee, secondo la quale meglio sarebbe ripristinare la versione originale del decreto che subordinava l’entrata in vigore delle norme sulla commercializzazione delle bevande analcoliche con contenuto di succo naturale non inferiore al 20 per cento al perfezionamento con esito positivo della procedura di informazione. La commissione chiede anche di inserire disposizioni che risolvano le contestazioni Ue sulla non applicazione da parte dell’Italia delle disposizioni sull’orario di lavoro ai medici.
Più corpose le condizioni della commissione Lavoro. Prima di tutto prevedere che per l’accesso alla graduatoria del ruolo unico degli Mmg siano aggiunte le parole «dando altresì priorità alla formazione specialistica e all’esperienza professionale maturata». Poi in coerenza con la prima richiesta, prevedere anche per le stesse finalità il riconoscimento con carattere prioritario delle esperienze professionali acquisite e la formazione specialistica degli interessati. Altra condizione è cancellare la previsione dei poteri sostitutivi di Salue ed Economia in caso di mancato adeguamento delle convenzioni alle nuove norme («appare derogatoria rispetto all’autonomia negoziale delle parti»). La commissione chiede poi di “invertire” la procedura per il pensionamento a 70 anni nel senso che ciò avvenga non su proposta dell’interessato con l’assenso dell’azienda, ma su proposta dell’azienda con l’assenso dell’interessato. Via poi senza appello alla possibilità di pensionamento anticipato con scivolo di 30 mesi per i dipendenti del Ssn. Occorre poi eliminare o «riformulare in modo significativo» la parte che riguarda le assunzioni con riserva di posti per i lavoratori a tempo determinato e sopprimere del tutto quello che concede una deroga del 20% di assunzioni per le Regioni con piani di rientro. Ma se proprio si decidesse di non sopprimere queste parti, andrebbero comunque meglio coordinate tra loro quelle che riguardano le procedure per i contratti a tempo determinato in genere e quelle che riguardano eventuali deroghe nelle Regioni con i piani di rientro.
Infine – per il momento – il parere della commissione Finanze. Prima condizione è rafforzare l’efficacia del meccanismo della tracciabilità dei compensi per l’intramoenia stabilendo l’incrocio dei dati dei medici e dei pagamenti anche con quelli dei pazienti visitati. Per quanto riguarda il fondo da dedicare alla prevenzione e cura delle ludopatie, è necessario specificare meglio termini e modalità di alimentazione del fondo, chiarendo se per «proventi» si intedono le entrate erariali dei giochi e indicando che percentuale di queste sia dedicata al fondo. Infine, sui 4 milioni da dedicare ai defribillatori la commissione chiede di trovare una diversa modalità di copertura (ora sarebbe la variazione dell’aliquota di base per l’imposta sui tabacchi lavorati), perché l’aliquota dei tabacchi è stata più volte incrementata nel corso degli anni e oggi è al 58,50% per le sigarette con una caduta di gettito che potrebbero determinare ulteriori aumenti, incentivando il consumo di prodotti di contrabbando.
documenti
- Il testo finale della commissione Affari sociali della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Affari costituzionali della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Giustizia della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Finanze della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Ambiente della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Attività produttive della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Lavoro della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Agricoltura della Camera
- Dl 158/2012: il parere della commissione Unione europea della Camera
12 ottobre 2012