La costante crescita a livello mondiale del commercio dei prodotti alimentari potrebbe favorire la comparsa di quei virus che fino ad ora hanno avuto un ruolo minore nella contaminazione degli alimenti. Ad affermarlo sono gli esperti del German Federal Risk Assessment Institute (BfR). La recente intossicazione alimentare che ha colpito 11 mila bambini in Germania (probabilmente causata da fragole congelate avariate) avrebbe evidenziato le lacune esistenti nelle conoscenze sulle infezioni causate dai norovirus o dai rotavirus. Ma gli esperti tedeschi hanno rilevato anche la mancanza di conoscenze approfondite riguardo ai percorsi di trasmissione, la tenacia e l’inattivazione dei virus.
Secondo il Bfr sarebbero in costante aumento le segnalazioni di casi di malattie causate da virus meno ampiamente studiati come ad esempio l’epatite E di origine zoonotica. Ed è proprio sul controllo delle zoonosi che bisogna continuare a lavorare con maggiore determinazione per garantire risultati ancora più efficaci ha affermato Andreas Hensel presidente del BfR.
In Germania le infezioni trasmesse attraverso alimenti sono causate prevalentemente dai batteri campylobacter e salmonella. Tuttavia, se In cinque anni si è scesi dai 55.000 a meno di 25.000 casi di infezioni di salmonellosi all’anno le infezioni da campylobacter continuano invece ad essere le infezioni zoonotiche più frequenti.
Oltre a misure intensive di controllo della salmonella e campylobacter Hensel sollecità le autorità pubbliche a prestare la massima attenzione anche verso quelle combinazione più rare di agenti patogeni e alimenti che presentano un potenziale pericolo.
Anche nel corso di una recente conferenza organizzata dal BfR tenutasi in Germania e che ha visto la partecipazione di circa 200 esperti di malattie di origine alimentare gli intervenuti hanno sottolineato l’importanza dei controlli sull’igiene, lo sviluppo di migliori tecniche diagnostiche, il miglioramento dei metodi di indagine e maggiori controlli sulla zoonosi. Non solo, i metodi utilizzati devono essere costantemente migliorati e ulteriormente adattati alle specifiche problematiche, questo perchè gli agenti patogeni sono in grado di mutare o di infiltrarsi in nuovi habitat.
E anche in altri Paesi la ricerca sembrerebbe muoversi in tale direzione. Nei giorni scorsi la rivista Innovative Food Science and Emerging Technologies ha pubblicato una nuova tecnica brevettata negli Stati Uniti in grado di aumentare i parametri di pulizia degli spinaci industriali. Il nuovo metodo, messo a punto da un team di ricercatori dell’ Università dell’ Illinois consiste in una combinazione tra il trattamento agli ultrasuoni e il lavaggio continuo al cloro. La sua utilizzazione –secondo i ricercatori- permetterebbe di ridurre la presenza dei batteri patogeni negli alimenti fino al 99,9%.
sicurezzaalimentare.it – 5 dicembre 2012